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Una hermana (One Sister) - Recensione (Venezia 73 - Biennale College - Cinema)

One Sister - Una Hermana - Film - 2016 - RecensioneOpera che mostra le indubbie qualità tecniche della coppia di registe argentine Sofia Brockenshire e Verena Kuri, One Sister si perde però in una sterilità narrativa che genera solo confusione

Nella provincia argentina che sembra ferma nel tempo, non fosse per i telefoni cellulari che ne suggeriscono un'ambientazione contemporanea, Alba cerca la sorella Guadalupe scomparsa da qualche giorno senza lasciare tracce di sé. La giovane donna si è messa alle spalle un figlioletto di pochi anni cui Alba e la madre si dedicano con attenzione. La ricerca non porta alcun risultato, la ragazza sembra essere svanita nel nulla, le autorità agiscono con indolenza e il viaggio di Alba nel mistero si popola anche di visioni tangibili della sorella.
Ben lungi dall'essere strutturato come un thriller Una Hermana (One Sister), presentato alla Biennale College - Cinema nell'ambito della 73° Mostra del Cinema di Venezia, film argentino diretto dalle giovani registe Sofia Brockenshire e Verena Kuri, è una breve opera che nel corso dei sessanta minuti in cui è strutturata cerca di dar corpo ad una serie di tematiche che le conferiscono una impalcatura a tratti confusa e priva di organicità. La ricerca di Alba non è solo il disperato tentativo dettato dai legami affettivi, bensì anche una confusa lettura dei legami famigliari e una denuncia di un malessere diffuso. Inoltre il peregrinare della ragazza che cozza contro un muro di silenzio indifferente, sembra richiamare i fantasmi dei desaparecidos del passato, sebbene in una epoca che vede il Paese ormai consolidato in un lungo periodo di democrazia.
Il risultato di questo convergere di tematiche è purtroppo piuttosto deludente, proprio perché la storia non riesce avere un percorso narrativo lineare, affidandosi troppo spesso alle ambientazioni veriste e ai toni sommessi. Da parte loro le due giovani registe sembrano più impegnate a dimostrare le loro indubbie capacità tecniche attraverso riprese ben costruite in un contesto strutturale troppo esile: ne deriva da ciò che Una Hermana è lavoro che mostra uno stile per molti tratti apprezzabile e che ben si integra con le atmosfere, ma che dal punto di vista narrativo non riesce ad incidere quasi per nulla a causa del suo sterile peregrinare alla ricerca di una solida base cui ancorarsi.

Inserti che sembrano volere indirizzare il racconto verso il thriller psicologico quasi sovrannaturale non riescono a dare a Una Hermana una impronta netta, così come le tematiche sociali non concorrono certo a dipingere un quadro di una provincia argentina polverosa e in stato di abbandono in modo convincente. Rimane quel muoversi di Alba in maniera confusa, disperata, alla ricerca di non si sa bene cosa, che sembra un po' la metafora del film stesso.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2

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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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