Recensioni film in sala

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniIn salaLoving - Recensione

Loving - Recensione

Loving - Jeff Nichols - 2016 Jeff Nichols torna in sala con un dramma biografico che affronta il tema del razzismo nell’America rurale degli anni Cinquanta. Una ricostruzione appassionata ma priva di spunti originali, che alterna retorica e buoni sentimenti senza saper aggiungere un contributo interessante al filone del cinema di impegno civile

A circa un anno di distanza dal precedente Midnight Special (2016), Jeff Nichols torna ad affrontare il tema della famiglia e delle dinamiche relazionali con Loving (in concorso al Festival di Cannes 2016), affresco intimo che sfrutta l’argomento dei diritti civili per tentare di raccontare una storia di respiro universale.
La trama ripercorre le vicende dei coniugi Richard (Joel Edgerton) e Mildred Loving (Ruth Negga), una coppia mista (bianco lui, di colore lei) costretta a intraprendere un lungo e difficile percorso giudiziario contro lo stato della Virginia, legato a leggi interrazziali oppressive e discriminatorie. La battaglia durerà anni e arriverà fino alla Corte Suprema, segnando profondamente l’opinione pubblica e l’ordinamento costituzionale del Paese.
La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, mostra alcuni limiti evidenti nella caratterizzazione dei personaggi, ridotti spesso a stereotipi privi di spessore e profondità. Nichols sceglie volontariamente di mantenere marginali i dettagli processuali, concentrandosi principalmente sull’aspetto umano e affettivo. Tuttavia la pellicola segue uno schema narrativo prevedibile, che soffre di uno sviluppo troppo didascalico degli avvenimenti. L'intensità dei sentimenti non riesce ad arginare la retorica di alcune scelte che, complice anche una durata forse eccessiva, portano a un progressivo calo di interesse dello spettatore. Nonostante la passione verso un soggetto di indubbio impatto, infatti, l’autore non è in grado di andare oltre una sterile riproposizione di stilemi collaudati, affidandosi a un approccio molto accademico, come sottolineato in parte anche dal rimando fin troppo esplicito del titolo. Sembra che Nichols abbia accantonato la durezza spigolosa dei suoi primi lavori, allineandosi nelle ultime pellicole a un cinema più rassicurante e meno personale.
Loving è forse la regia meno originale del cineasta americano che, nonostante l’eleganza formale della messa in scena, accumula per reiterazione sempre le stesse soluzioni visive senza effettuare mai cambi di registro. Anche le scene di maggiore effetto accusano un affievolimento emotivo repentino che ne attenua quasi subito la forza, soprattutto a causa di un montaggio poco incisivo e di una colonna sonora sorprendentemente anonima. La fotografia del fedele Adam Stone (collaboratore di lunga data fin dal lungometraggio d’esordio Shotgun Stories) si dimostra ancora una volta efficace e pulita, uno degli aspetti migliori dell’intera pellicola.
La prova del cast è misurata e molto contenuta, in linea con l’idea alla base del film di raccontare con estrema delicatezza le vicissitudini legali e affettive dei personaggi. Tuttavia le interpretazioni dei protagonisti appaiono rigide, prigioniere dei rispettivi ruoli, forse sovraccariche di quella umanità che non sempre riesce a manifestarsi in modo autentico e coinvolgente.

Loving ha il pregio di raccontare con sensibilità avvenimenti di grande portata storica attraverso le vite e la quotidianità di persone comuni, accostando cambiamenti epocali ai piccoli gesti che danno valore alla normale intimità. Un’ode ai sentimenti e alla loro forza, che però non riesce a lasciare un segno profondo nel pubblico. Nichols questa volta cede al compromesso, sacrificando la sua cifra d’autore alla tematica trattata: una scelta sicuramente meno rischiosa, ma anche assai poco interessante.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2.5

  Vai alla scheda del film
  Trailer del film


Video

Simone Tricarico

Pensieri sparsi di un amante della Settima Arte, che si limita a constatare come il vero Cinema sia integrale riproduzione dell’irriproducibile.

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.