Charlotte - Recensione (Festa del Cinema di Roma 2021)
- Scritto da Simone Tricarico
- Pubblicato in Film fuori sala
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I registi Éric Warin e Tahir Rana si cimentano con un soggetto impegnativo e di non facile trasposizione, tentando di aggiornare il proprio registro e puntando principalmente sull'impatto emotivo. La pellicola ripercorre la vita di Charlotte Salomon, giovane artista nella Berlino ormai prossima all'inferno nazista. Quando la violenza esplode, e la comunità ebraica inizia a subire persecuzioni inaudite, la protagonista sembra poter coltivare la speranza di una vita normale sotto la protezione di una benefattrice newyorkese, che ha creato una sorta di rifugio per esuli nelle campagne francesi. Ma nessuno è al sicuro, e Charlotte dovrà esorcizzare con la pittura non solo i demoni della Storia, ma anche quelli della propria famiglia. Continuerà quindi a dipingere senza risparmiarsi fino alla sua tragica morte, creando con le sue opere una monumentale testimonianza di vita.
Charlotte soffre di vari limiti di scrittura, adottando un approccio narrativo ingenuo e anonimo, che cede spesso alla retorica e alla caratterizzazione stereotipata dei personaggi. Questo nonostante le tematiche forti e gli spunti offerti dalle vicende della giovane protagonista, su cui aleggia non solo lo spettro della guerra, ma anche quello più ambiguo e oscuro della follia. I due autori non riescono a effettuare una sintesi efficace e coraggiosa, optando per una regia priva di una vera cifra stilistica, che si limita a riportare in modo a volte banale e impersonale i fatti.
L'animazione è scarna, essenziale, talmente semplificata da risultare inadeguata a cogliere l'essenza di alcune scene con la giusta intensità. Sostanzialmente ininfluente il ricco cast di attori che hanno prestato la propria voce, da Keira Knightley a Marion Cotillard, passando per Jim Broadbent.
Charlotte è una pellicola retorica e didascalica, incapace di raccontare compiutamente una storia tragica e profondamente umana. Nonostante risulti troppo scolastica, il suo merito è certamente quello di sensibilizzare un pubblico giovane al ruolo essenziale della memoria, attraverso una storia forse poco nota che merita di essere ricordata.
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Simone Tricarico
Pensieri sparsi di un amante della Settima Arte, che si limita a constatare come il vero Cinema sia integrale riproduzione dell’irriproducibile.