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Mi novia es la revolución - Recensione (Festa del Cinema di Roma 2021)

Mi novia es la revolucion - Immagine filmRacconto di formazione maldestro e stereotipato, che tenta di affrontare il mondo complesso dell’adolescenza con una storia superficiale e retorica

La giovane Sofia (Flor Eduarda Gurrola) si è da poco trasferita in una nuova città: è introversa, non ha amici, ha un rapporto complicato con la madre e vede a malapena il padre assente. L’avvicinarsi della sua imminente quinceañera (la fatidica festa dei quindici anni) sembra acuire ancora di più le tensioni in famiglia, ma tutto cambia quando Sofia incontra Eva (Ana Valeria Becerril), una giovane estroversa e ribelle che porterà la protagonista a prendere coscienza di sé e a scoprire l’amore e la propria sessualità.
Marcelino Islas Hernández scrive insieme a Gabriela Vidal un racconto di formazione intriso di retorica e ingenuo sentimentalismo, in cui il tema dei turbamenti adolescenziali viene banalizzato attraverso personaggi caratterizzati in maniera superficiale e approssimativa. La rivoluzione promessa nel titolo si schianta contro la semplificazione apodittica delle dinamiche relazionali, in cui le contrapposizioni sono rese manifeste, le emozioni sbandierate e i sentimenti ridotti a ingenua accumulazione di luoghi comuni. Così la presunta natura ribelle dell’anarchica Eva sembra più un’accozzaglia di cliché privi di spessore e profondità, mentre la fragilità di Sofia appare funzionale solo a giustificare il percorso di maturazione, scontato e lineare, che si innesta all’interno della storia.
La regia non mostra particolari spunti, affidandosi a logiche narrative collaudate che procedono senza scosse fino al prevedibile finale. Marcelino Islas Hernández non riesce a dare un’intima coerenza a una pellicola che non sa parlare al cuore dello spettatore in maniera autentica e sincera, ma si limita a portare avanti in modo programmatico la sceneggiatura con tutte le sue debolezze. Questa scarsa cura dei dettagli si evidenzia anche nell’ambientazione, in cui il contesto culturale degli Anni ’90 è risolto sbrigativamente con qualche soluzione di scena poco convincente, e con una recitazione da parte del cast non sempre incisiva.

Mi novia es la revolución è un’occasione persa, un tentativo poco riuscito di affrontare il rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta, il cui contributo all’interno di un filone che ha trattato con ben altra profondità tematiche simili è decisamente trascurabile.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2

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Simone Tricarico

Pensieri sparsi di un amante della Settima Arte, che si limita a constatare come il vero Cinema sia integrale riproduzione dell’irriproducibile.

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