Recensioni film ai festival, in home video, streaming e download

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniFuori salaGloria Mundi - Recensione (Venezia 76 - Concorso)

Gloria Mundi - Recensione (Venezia 76 - Concorso)

Gloria Mundi - RecensioneRobert Guédiguian racconta le derive del capitalismo nella moderna società del consumo, dirigendo un dramma familiare che diventa paradigma dell’alienazione economica e della frantumazione dei legami affettivi

A due anni di distanza dalla presentazione de La casa sul mare, Robert Guédiguian torna nuovamente in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con un dramma corale che affronta il tema della crisi (non solo economica) nella famiglia moderna. Come sempre il cineasta francese realizza un film di scrittura, dialogato, basato su una tesi attorno a cui costruire la trama, come risulta chiaro dalle sue parole che appaiono nelle note di regia: “… il neocapitalismo ha schiacciato relazioni fraterne, amichevoli e solidali, e non ha lasciato altro legame tra le persone, se non il freddo interesse e il denaro, annegando tutti i nostri sogni nelle gelide acque del calcolo egoistico. Ecco cosa vuole dimostrare questo crudele racconto sociale attraverso la storia di una famiglia ricostituita, fragile come un castello di carte...”. Ma questa volta qualcosa non funziona nella fluidità del racconto, che sembra penalizzato da scelte narrative poco felici e banali, prive oltretutto della brillantezza di altri lavori.
Semplicistico, dottrinale e poco efficace nel descrivere le conseguenze dei suoi stessi presupposti concettuali, il film dimostra un’inadeguatezza emotiva nel coinvolgere lo spettatore, nonostante la messinscena elegante e alcuni isolati momenti di genuina autenticità dei personaggi. Così, sebbene Guédiguian offra molti spunti interessanti e riflessioni attualissime sui rapporti affettivi e la società contemporanea, si ha la sensazione di una progressione troppo lineare e scontata degli avvenimenti, che concorrono solo a soddisfare le premesse ideologiche del film in maniera fredda e programmatica (come sottolineato, del resto, anche dal riferimento esibito nel titolo). Non è un caso che i ruoli più riusciti siano quelli interpretati dagli attori storici dell'autore, in grado di infondere umanità alla vicenda anche in momenti in cui la regia cade vittima di passi falsi e ingenuità visive. Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin e Gérard Meylan sostengono spesso la pellicola, ma la sensazione è che anche la loro recitazione sia sacrificata, spesso neutralizzata dalle scelte del regista e dalle deboli prove offerte dai loro comprimari.

Gloria mundi è un tentativo apprezzabile di cinema schierato e militante, le cui nobili premesse sono tuttavia portate avanti debolmente, attraverso una scrittura didascalica e poco efficace, penalizzata ulteriormente da scelte artistiche discutibili e stereotipate.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2

  Vai alla scheda del film




Simone Tricarico

Pensieri sparsi di un amante della Settima Arte, che si limita a constatare come il vero Cinema sia integrale riproduzione dell’irriproducibile.

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.