De Palma - Recensione (Venezia 72 - Fuori concorso)
- Scritto da Simone Tricarico
- Pubblicato in Film fuori sala
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Come raccontare la figura di uno dei grandi rappresentanti della New Hollywood evitando facili agiografie e mantenendo vivo l’interesse dello spettatore? Noah Baumbach e Jake Paltrow, autori a quattro mani del documentario De Palma (presentato Fuori concorso alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia), devono essersi posti questa domanda, scegliendo una soluzione stilistica talmente semplice da risultare persino ruvida e rudimentale: cancellare quasi totalmente la propria presenza (sia scenica che stilistica) per lasciare spazio alla sola figura del protagonista.
Questa eclissi registica può essere giustificata solo pensando che l’attenzione dello spettatore debba essere focalizzata interamente su Brian De Palma, senza distrazioni o contaminazioni esterne. Tuttavia una simile impostazione appare dettata più da una sorta di pigrizia creativa che non da una ricerca di distacco e oggettività. De Palma è per natura una personalità artisticamente schierata e militante, che richiederebbe un confronto vibrante in grado di arricchire e valorizzare l’esperienza vissuta dal pubblico. Baumbach e Paltrow decidono invece di seguire un approccio piuttosto ordinario, mettendo il personaggio al centro di un’inquadratura fissa e facendogli ripercorrere in ordine cronologico la propria filmografia, dando libero sfogo al flusso di ricordi e alle considerazioni che ne scaturiscono.
Ci troviamo di fronte ad una struttura piuttosto rigida e ripetitiva, che non sfocia mai in un vero flusso di coscienza, ma rimane imbrigliata in uno schematismo eccessivamente ordinario e poco stimolante. Fortunatamente De Palma è una miniera inesauribile di spunti e riflessioni in grado di ipnotizzare lo spettatore, conquistando totalmente la scena e regalando momenti di pura fascinazione cinefila. Attraversando la sua intera carriera, il grande regista svela retroscena e particolari di inestimabile valore, rivelando anche alcune grandi verità sul Cinema di ieri e di oggi. In particolare, emerge una sorta di rassegnata amarezza nel constatare che le condizioni uniche che avevano permesso la nascita della stagione di grande rinnovamento nel cinema statunitense sono attualmente difficilmente ripetibili, lanciando anche un'aperta critica alle produzioni hollywoodiane recenti, vittime dell’omologazione e della mediocrità, in cui domina uno scarso interesse per la ricerca e la cura di una impostazione visiva personale e originale.
De Palma è un documentario imperdibile per chi vuole scoprire dettagli preziosi sulla carriera e il processo creativo di un grande autore contemporaneo, ma non riesce a proporre un proprio impianto stilistico coinvolgente in grado di esprimere pienamente la passione e il trasporto cinefilo.

Simone Tricarico
Pensieri sparsi di un amante della Settima Arte, che si limita a constatare come il vero Cinema sia integrale riproduzione dell’irriproducibile.
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