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Suffragette - Recensione

Suffregette - Film - 2015 - RecensioneGli anni della lotta per il voto alle donne per mano delle Suffragette in un film ben confezionato ma anche prevedibile

Suffragette apre la 59° edizione del London Film Festival, che quest’anno è dedicato all’uguaglianza di genere e include un numero molto alto di registe donne nella lineup.
Quale film migliore di Suffragette poteva inaugurarlo quindi!
La pellicola è diretta dalla regista britannica Sarah Gavron, che nel 2007 aveva diretto Brick Lane, tratto dal bel libro di Monica Ali, anche questa una triste storia femminile ambientata a Londra. Il film è inoltre scritto da Abi Morgan, che aveva firmato la sceneggiatura di Shame e The Iron Lady, ed è interpretato da Carey Mulligan (anche lei in Shame) e altre brave attrici.
La star britannica veste i panni di Maud Watts, un personaggio non storicamente esistito che serve per accompagnarci attraverso un pezzo di Storia, ovvero la lotta per il voto alle donne. Siamo nel 1912 nell’Est di Londra, Maud è giovane e di ceto molto modesto, lavora in una lavanderia da quando aveva 7 anni (ne ha ora 24) e ha un marito (Ben Whishaw) smidollato al limite del caricaturale e un figlio piccolo. Maud si imbatte nelle attiviste per il voto, scopre che alcune sue colleghe nella lavanderia sono simpatizzanti e le osserva con curiosità, finché un giorno viene coinvolta per caso per sostituire un’amica (Anne-Marie Duff, un’eccellente attrice britannica) in un'audizione parlamentare sulla condizione delle donne sul posto di lavoro. Maud, spaesata, racconta candidamente la sua condizione in uno dei momenti più commoventi del film e come se ascoltasse le sue stesse parole per la prima volta, comincia a prendere coscienza che: “ci possa essere un altro modo di vivere questa vita”. Da lì in poi Maud si affiancherà alle attiviste nelle azioni terroristiche e negli scioperi della fame, ma ne pagherà conseguenze molto dolorose.
Carey Mulligan dà il meglio di sé in questa interpretazione e il suo viso riesce ad essere veramente espressivo e coinvolgente. Ed è bellissima, anche nei momenti più drammatici. Forse sarebbe stato un atto più militante prendere per questo ruolo un’attrice meno bella, ma questo non è un film rivoluzionario in alcun modo.
Helena Bonham Carter, quintessenza della britannicità interpreta una farmacista e leader delle donne, affiancata da un marito sorprendentemente alleato alla causa. La Gran Dama del cinema Meryl Streep appare per un cameo di pochissimi minuti nel ruolo di Emmeline Pankhurst, l’attivista e leader storica del movimento delle suffragette, un’apparizione leggermente fastidiosa per la sua brevità come a sottolineare la distanza di una donna colta ed upper class che manda al macello le masse mentre viene scortata via in macchina. Ma questo è il modo in cui la storia lavora ed è grazie anche ai suoi incitamenti che le donne hanno trovato forza e motivazione per ribellarsi in un periodo storico veramente oscuro per loro.
Suffragette è un film che promette di essere potente e impegnato per il tema trattato, ma in realtà si muove in un territorio molto sicuro: le suffragette, diciamolo, sono una specie di tesoro nazionale, un po’ come la Torre di Londra e a distanza di anni è molto facile simpatizzare con le loro battaglie e ammirarle per il loro coraggio, insomma sono personaggi impossibili da non amare. Non è un film arrabbiato, è un po’ come vedere una puntata di Downton Abbey o un bel quadro. Nessuna scossa elettrica attraversa i decenni che ci separano dalle coraggiose eroine e si riconnette con qualche scintilla del presente.

In sostanza Suffragette è molto ben confezionato e non si può dire che non sia un bel film da domenica pomeriggio, ha dalla sua il pregio di non essere melenso ma il difetto di essere molto prevedibile e leggermente noioso.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Video

Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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