The Little Drummer Girl: John le Carré in una miniserie di qualità a firma di Park Chan-wook
- Scritto da Adriana Rosati
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Sulla scia del grande successo di pubblico della miniserie del 2016 The Night Manager, adattata da un romanzo di John le Carré, la BBC, in collaborazione con l’americana AMC, ha recentemente prodotto e messo in onda negli USA e nel Regno Unito la nuova miniserie The Little Drummer Girl, anch’essa adattata da un romanzo di Le Carré del 1983, e diretta dal noto regista sudcoreano di fama internazionale Park Chan-wook.
Il romanzo è un classico di spionaggio ed era stato già precedentemente portato sul grande schermo da George Roy Hill in un film del 1984 con Diane Keaton, Yorgo Voyagis e Klaus Kinski. L'adattamento per la regia di Park Chan-wook si è attenuto fedelmente all’originale, condensando più di 600 pagine di libro in 6 episodi di circa un’ora. L'autore sudcoreano ha dichiarato di essere sempre stato un avido divoratore di romanzi di Le Carrè, e che una fitta di invidia per il regista svedese Tomas Alfredson all’apparire del film La talpa è stata la spinta a mettere in moto la realizzazione di The Little Drummer Girl.
La narrazione comincia senza mezzi termini con un attacco terroristico. Una valigia consegnata da una bella ragazza esplode nella casa di un addetto all’ambasciata israeliana a Bad Godesberg, nella Germania Ovest. È l’ennesimo episodio di una serie di attentati messi a punto dallo scaltro e misterioso terrorista palestinese Khalil sulle cui tracce è da un bel pezzo Martin Kurtz (Michael Shannon) un geniale agente-capo dello spionaggio israeliano. Kurtz con la sua squadra e l’agente speciale dall’ombroso passato Becker (Alexander Skarsgård) mettono in atto un complesso piano per infiltrarsi nelle fila dell’organizzazione terroristica e colpirla al cuore. Serve però un’esca e a questo proposito entra in scena (nel vero senso della parola) Charlie (Florence Pugh), una ragazza poco più che ventenne, squattrinata, politicamente schierata (come nel ’79 a vent’anni si soleva essere) a sinistra, che lavora come attrice in una piccola compagnia che si esibisce in pub e locali pulciosi. Charlie viene subdolamente avvicinata da Becker in una trasferta nell’isola greca di Naxos e Kurtz le offre l’opportunità del ruolo più importante e difficile della sua breve carriera. Sarà un rischioso 'method acting', in coppia con Becker per far credere a Kalhil che Charlie sia stata l’amante del suo fratello minore Salim e di conseguenza guadagnarne la fiducia.
La narrazione è divisa simmetricamente in due parti ben distinte. Le prime tre puntate dipanano la messa in atto (e in scena) della macchinosa trappola e le ultime tre ne sviluppano frutti ed effetti. Senza svelare di più della trama, si può però affermare che la complessa struttura tipica dei romanzi di spionaggio di Le Carrè con il classico gioco del gatto e topo è avvincente e non delude. Ma in realtà la vera forza di questa miniserie non è nella perfezione dei dettagli o nella possibile infallibilità del piano, bensì proprio nella fallacità degli esseri umani dietro le macchinazioni. Charlie e Beker si perdono nella parte che stanno recitando, la loro mente sfuma i confini tra realtà e finzione, tra sentimenti personali e fine ultimo, tra vincitori e vinti. È il grande rischio della recita diretta dal geniale regista Kurtz e anche lo spettatore rischia di cadere nella stessa trappola di ambiguità e incertezza orchestrata con confidenza da Park Chan-wook. I dubbi, il significato sfocato di lealtà e tradimento, le mille sfaccettature nella storia dei conflitti formano la struttura portante di The Little Drummer Girl e ciò che la pone un gradino più in alto di un tradizionale thriller.
La giovanissima Florence Pugh dà poi una grande prova in una parte difficile e piena di possibili passi falsi: il suo personaggio è sincero e credibile e l'attrice ne esce come la vera stella della serie, supportata dagli eccellenti Shannon e Skarsgård e una quantità di ottimi attori di supporto.
L’estetica estremamente curata di questa serie meriterebbe un capitolo a parte. Prima di tutto le location sono di grande importanza per questa narrazione intessuta nella geopolitica di un’era ben precisa. Nonostante gli svariati salti da un luogo all’altro, si individuano tre setting principali, Londra, la Grecia e la Germania. Quest’ultima nella pratica è stata sostituita dalla Repubblica Ceca e Praga che hanno permesso di utilizzare delle assolute gemme di architettura vintage Anni '70, altrimenti introvabili nella più modernizzata Germania. La Grecia è stata utilizzata in modo creativo per ricostruire scene ambientate in Palestina e Libano, ma l’assoluta meraviglia è la scena nel Partenone di notte. La produzione di The Little Drummer Girl è stata la prima in assoluto a ricevere i permessi per entrare a girare sull’Acropoli di notte, ottenendo un risultato assolutamente unico. Pare che Park non avesse menzionato agli attori dove avrebbero girato quella notte proprio per sfruttare il loro genuino stupore di fronte allo spettacolo e il trucchetto ha decisamente dato i suoi frutti.
Infine una Londra desueta, in un sorprendente itinerario tra il 'brutalismo' Anni '70, la Bevin Court dove Becker ha il suo appartamento, la sede universitaria della UCL, uno degli obiettivi dei terroristi, e il futuristico complesso di case popolari Alexandra & Ainsworth Estate già usata varie volte per la suo look originale e modernista, che qui è abilmente spacciato per il villaggio olimpico di Monaco delle Olimpiadi del 1972, teatro dei sanguinosi eventi ad opera del commando terroristico palestinese di Settembre Nero e, nella serie, campo base della squadra di Kurtz.
Inoltre, veri protagonisti della parte visiva sono i colori, forti e coraggiosi che Park usa in maniera profondamente simbolica. Al contrario di quanto l’intuizione farebbe supporre, ovvero che le spie debbano mimetizzarsi nell’ambiente circostante, i personaggi della serie e protagonisti della finzione, sono vestiti in colori estremamente accesi ad accentuarne il loro ruolo di teatranti. Sono gli attori di una sfacciata pantomima e recitano una parte dietro la cui facciata sgargiante nascondono un grande tormento e insicurezza. L’effetto è straordinariamente vivido, quasi iperrealista, stilisticamente molto elegante e in poche parole, di grande bellezza.
Incredibilmente, visto che l’originale è un romanzo unico, si parla già di un possibile seguito e l’ipotesi non è del tutto infondata visto che anche per The Night Manager, anch’essa una storia conclusa, è già in lavorazione la 'stagione 2'. Sono scelte che lasciano un po’ dubbiosi, ma ormai si sa che il destino delle serie televisive e della loro narrativa è strettamente legato al successo di pubblico e ai numeri. Comunque vada, The Little Drummer Girl così com'è, è un prodotto di grande qualità e un appuntamento imperdibile con un grande regista e autore.
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Adriana Rosati
Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.
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