Per amor vostro - Recensione (Venezia 72 - In concorso)
- Scritto da Davide Parpinel
- Pubblicato in Film in sala
- Stampa
- Video
- Commenta per primo!
Napoli oggi. Anna ha un marito e tre figli, due anziani genitori e un fratello più grande. La famiglia però non è la casa degli affetti, ma dei turbamenti, delle preoccupazioni. Il marito è pericoloso e conduce una vita come esattore per un clan locale. I figli crescono con i relativi problemi adolescenziali e assistono alle furibonde e violente liti tra i genitori. La vita della donna, quindi, non trascorre agevolmente. Un giorno trova lavoro nel reparto tecnico di una fiction televisiva. L'attore principale la corteggia e la donna cede alle sue lusinghe pensando di poter finalmente scappare dalla sua vita piena di difficoltà. L'inferno che la circonda, però, non ha confini ben definiti e fagocita tutto quanto le sta attorno.
Per amor vostro significa scarificarsi fino a perdere la percezione della propria vita. Questo ha sempre fatto Anna (Valeria Golino). Ancora bambina si è immolata per coprire un crimine del fratello. Poi in età adulta si è dedicata totalmente alla famiglia, a proteggere il figlio sordomuto e a tenere il nucleo degli affetti unito, nonostante il menefreghismo e l'arroganza del marito. Come se non bastasse, ci sono i genitori, anziani e indifesi e la città di Napoli con le sue contraddizioni e problematiche. Questo sistema di costrizioni ha portato la protagonista del film di Giuseppe M. Gaudino a vivere tra i contrasti e le discussioni anche sul luogo del tanto agognato nuovo lavoro. Qui la donna conosce Michele (Adriano Giannini), l'attore di cui si innamora e da cui può trarre la forza per permetterle di aprire gli occhi su ciò che la circonda. A poco a poco comincia, dunque, a prendere coscienza dell'attività malavitosa del marito (Massimiliano Gallo) e di come la figlia maggiore si sta distaccando da lei e del fatto che il figlio è diventato adulto e non può più essere trattato come un bambino, anche se ormai è troppo tardi.
L'unica via di uscita è la redenzione, ossia ammettere di aver sbagliato nel manifestare il suo amore in questo modo e sacrificarsi. Questo è il passaggio di maggior pathos della pellicola, nonché l'unico vero momento di disvelamento della storia. Il regista, infatti, qui si stacca dalla mimica non troppo espressiva di Valeria Golino per far parlare il personaggio di Anna attraverso un dialogo violento con la figlia. La parola, il confronto, inoltre, fermano finalmente la macchina da presa di Gaudino. Per tutto il film il regista campano utilizza di macchina movimenti veloci e improvvisi, inframmezzando la visione con illustrazioni di nuvole cariche di pioggia, animali tentatori, visione multiple, musiche tradizionali e addirittura colori a olio dipinti sui fermo immagine del corpo di Anna al fine di raffigurarla come una Madonna. Tutti questi elementi insieme non accrescono di nuovi significati le immagini, anzi conducono il pubblico al momento finale senza aver intessuto con la protagonista alcun tipo di legame empatico e di comprensione della sua redenzione in maniera davvero latente.
Per amor vostro, in conclusione, si propone come una ricerca stilistica autoreferenziale.
http://www.linkinmovies.it/cinema/in-sala/per-amor-vostro-recensione-venezia-72-in-concorso#sigProId3aa1484a3d
Video
Davide Parpinel
Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.
Articoli correlati (da tag)
- Il caso Spotlight - Recensione
- Intervista al regista Kohki Hasei e al produttore Flaminio Zadra per Blanka
- Gli uomini di questa città io non li conosco. Vita e teatro di Franco Scaldati - Recensione (Venezia 72 - Fuori concorso)
- The Return - Recensione (Venezia 72 - Settimana della Critica)
- Conclusioni Venezia 72 - Parte III: luci e ombre di un'edizione intermittente