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Francofonia - Film - Aleksandr Sokurov - RecensioneAd Aleksandr Sokurov bastano pochi tocchi, pochi segni filmici, per descrivere con l'accuratezza di un documentario e il fascino di un film di finzione il valore aggregativo e universale dell'arte nella storia d'Europa

Franconfonia si presenta come il più autentico film d'autore presente nel Concorso della Mostra del Cinema di Venezia 2015. Non è solo una storia o una narrazione, è un'idea. Aleksandr Sokurov nel realizzare Franconfonia, suo nuovo lavoro dopo Faust, premiato con il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema 2012, è partito da una considerazione: che cosa rappresenta il Museo del Louvre? Questo non è soltanto un luogo di conservazione e di esposizione, ma è, nella visione del regista, la casa dell'Europa. Qui sono raccolte le collezioni d'arte di tutte le epoche e quindi la storia dell'uomo.
Il regista muove la macchina da presa lentamente tra le sue sale per imprimere con fermezza nella mente di chi osserva tutto il fascino sprigionato dalle opere. In più ad accompagnare il pubblico in visita Sokurov ha scelto due figure storiche per la Francia: Marianna e Napoleone. La prima è leggera e affascinante e ripete il motto della Rivoluzione Francese Liberté, EgalitéFraternité; il secondo si rivolge direttamente alla macchina da presa ripetendo "c'est moi" indicando le opere esposte. Effettivamente il Museo del Louvre è stato rinforzato di opere d'arte grazie alle appropriazioni che l'Imperatore di Francia ha condotto nelle sue campagne secondo il concetto espresso direttamente dal finto Napoleone che l'arte si accumula e progredisce attraverso la guerra. Quest'ultimo è il secondo aspetto che Franconfonia pone in evidenza. Sokurov alterna immagini di città rase al suolo, di devastazioni e migrazioni di popoli successive alla guerra, in particolare riferimento al secondo conflitto mondiale, a quelle del valore dell'arte. Secondo il cineasta i due aspetti vanno di pari passo. Nel film, infatti, è riproposto il dialogo e la comune azione di Jacques Jaujard, direttore del Louvre durante l'occupazione nazista, e del conte Franz Wolf-Metternich, incaricato dal regime nazista di occuparsi del Museo. Entrambi si trovarono d'accordo nel salvaguardare tutte le opere del museo parigino, prima collocandole in luoghi sicuri da bombardamenti e poi creando delle esposizioni con i pezzi rimasti. Nonostante, quindi, l'occupazione nazista vada avanti, il Louvre continua a vivere e a trasmettere il suo valore educativo e immortale.
Tutto questo è narrato in Franconfonia dalla voce fuori campo del regista, inquadrato a volte nel suo studio mentre cerca di effettuare un collegamento via satellite con un amico che in un mare in burrasca sta trasportando delle opere d'arte nell'Europa di oggi. E' infatti proprio alle genti europee contemporanee che la pellicola si rivolge. Sokurov metaforicamente parla a tutti coloro, dai regnanti ai cittadini, i quali hanno dimenticato che il valore cardine del Verde Continente è la circolazione dei saperi, è la fratellanza artistica che ha condotto artisti, mecenati e amanti dell'arte nel corso dei secoli ad esplorarla per studiare, condividere, dialogare, esattamente come Jaujard e Wolff-Metternich. Questo è il valore assoluto di Franconfonia, che colpisce chi osserva grazie anche alla misurata grammatica linguistica utilizzata dal regista: inquadrature aeree, fermi immagine delle opere illustrativi più di molte espressioni, una voce narrante che lega e armonizza e la macchina da presa che scivola sui concetti espressi dalla pellicola.

Insomma, cosa manca a Franconfonia per essere un capolavoro? Forse nulla o forse un minore uso del didascalico che Sokurov utilizza per alcuni passaggi concettuali. Allo stesso modo, però, questi rendono la pellicola ancor più poetica ed 'educativa'. 


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 4

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Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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