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Before We Vanish - Recensione (LEAFF 2017)

Kiyoshi Kurosawa mette insieme un gran numero di generi e temi in un lavoro che rischia di essere un po’ indigesto per la quantità di elementi da elaborare

Tra i film più attesi del London East Asia Film Festival 2017 c’era il nuovo lavoro dell’eclettico regista giapponese Kiyoshi Kurosawa, Before We Vanish, un adattamento del romanzo omonimo di Tomohiro Maekawa che arriva a Londra dopo essere stato lanciato in primavera nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes. Si presenta come un film di fantascienza ma, se si conosce il regista, si può ben immaginare che dietro la patina di genere si nasconda ben altro.
Addirittura il prologo vira sul puro horror. Un pesce rosso viene preso e messo in un sacchetto e una giovane studentessa in divisa scolastica lo porta a casa saltellando allegra, ma una musica di infausto presagio non lascia dubbi. Nella casa della studentessa avviene una carneficina e la ragazza con fare divertito e curioso si osserva le mani insanguinate e le lecca. Nel frattempo altre cose strane accadono in questa cittadina di provincia giapponese. Al pronto soccorso Narumi (Masami Nagasawa) è dovuta correre a riprendere l’ex marito Shinji (Ryuhei Matsuda) che è stato trovato in stato confusionale mentre vagava per le strade della città. Narumi è perplessa: Shinji sembra aver perso buona parte della memoria, ma la donna si chiede se sia un espediente per evitare le responsabilità dei passati tradimenti dell’uomo, motivo principale della loro separazione.
Intanto nella sede dell’omicidio visto nel prologo, si svolgono le indagini e il giornalista Sakurai (Hiroki Hasegawa) aiuta Amano (Mahiro Takasugi) a liberare Akira, la ragazza omicida, dalla mani della polizia. Scopre così di essere stato scelto come guida dai due che non sono altri che degli alieni che si sono impossessati dei corpi fisici dei due ragazzi e che devono riunirsi con il terzo compagno (nel corpo di Shinji) per completare la loro missione e dare il via ad una completa invasione della terra che spazzerà via la razza umana. Quello che gli alieni nel frattempo stanno facendo è di impossessarsi dei concetti che sono alla base del pensiero umano, cose come 'famiglia', 'lavoro', 'amore' ecc. E lo fanno con un semplice tocco dell’indice sulla fronte. Questo 'download' dei concetti umani però ha come effetto collaterale quello di farli scomparire dalla mente di colui a cui sono stati rubati. Mentre una sorta di epidemia di disturbi mentali sta dilagando e l’esercito si mobilita per fermare l’invasione, i nostri tre posseduti riescono a ricongiungersi, ma qualcosa può ancora salvare la razza umana.
Kurosawa ha messo insieme un gran numero di generi e temi in questo lavoro che rischia di essere un po’ indigesto per la quantità di elementi da processare. C’è un ottimismo di fondo e un romanticismo melanconico che ricordano il suo Journey To the Shore e allo stesso tempo un simbolismo che usa elementi di genere ben definiti, messi insieme con un peculiare gusto dell’assurdo e dal sapore leggermente retro, che invece ricorda molto Creepy. Detto questo, il film sembra essere 'semplicemente' una riflessione sull’essenza dell’umanità, su ciò che ci rende umani, su ciò che perdere questa umanità potrebbe provocare e sul destino finale e beffardo dell’amore.
La produzione è di qualità ma piuttosto minimalista, donando al film una piacevole aura di fantascienza 'low tech' (non per niente ricorda L’invasione degli Ultracorpi), aiutata da musica d’effetto e da marchingegni del passato pieni di cavi elettrici aggrovigliati. Gli interpreti dei personaggi sono bravi ed adeguati, Masami Nagasawa, vista in Little Sister è una Narumi dalla celata forza interiore e Ryuhei Matsuda è perfetto nello stralunato Shinji, anche perché l'attore è normalmente stralunato di suo!

Before We Vanish è uno spunto di riflessione interessante e intelligente ma richiede un grosso sforzo di sospensione di incredulità, non tanto per il ricorrente simbolismo, quanto per la quantità di eventi inspiegati e inspiegabili che costellano la narrazione e che dopo un po’ tendono a farci perdere la bussola.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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