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Magical Girl - Recensione

una-scena-di-magical-girlPregevole lavoro che osserva l'ineluttabilità del destino e l'incapacità dell'uomo a governarlo, Magical Girl del regista spagnolo Carlos Vermut è opera seducente e dalla struttura narrativa originale

Come un beffardo scherzo del destino, tutto parte da Alicia, una ragazzina malata ormai terminale di leucemia che sogna di indossare l’abito della sua eroina degli anime giapponesi come ultimo desiderio. Intorno a lei ruota Luis, il padre premuroso che vorrebbe esaudire quel costoso desiderio, Barbara, una enigmatica e disturbata donna sposata con uno psichiatra, e Damian, un anziano insegnante di scuole medie che ebbe tra le allieve proprio Barbara.
Luis è un esodato di lusso: la crisi economica si è abbattuta anche sulla pubblica istruzione e l’uomo vende i suoi libri a peso per mettere insieme due soldi. Comprare l’abito per la figlia malata gli è impossibile, almeno fino a quando sulla sua strada si para in modo quasi grottesco Barbara, che diventa, attraverso il ricatto, la sua insperata fonte di denaro. Ma Barbara non è una persona 'normale', i demoni che si agitano in lei vengono da lontano, chiedere soldi al seppur ricco marito è impossibile, ecco quindi che non le rimane altro da fare che tornare al suo mondo segreto di ricco mercimonio per ricchi cultori di riti sadomaso. Damian, che alla donna è legato con un filo invisibile e che è appena uscito di galera per qualcosa che potrebbe proprio riguardare Barbara, è però il suo angelo custode, a lui si rivolge la donna per consumare la sua vendetta.
Tre capitoli (Il Mondo, Il Demonio, La Carne) intimamente legati tra loro che vanno a disegnare una storia in cui il fato e l’incapacità dell’uomo ad affrontarlo e ad accettarlo sono il fulcro intorno al quale tutto ruota e si muove. Tre personaggi che si compenetrano attraverso casualità, a volte grottesche: un fiotto di vomito piovuto dal cielo, una tessera mancante di un puzzle, un biglietto o un telefonino che scompaiono tra le mani come farebbe un illusionista. E' il segno del destino, delle forze incomprensibili che generano un mondo dove ricchi borghesi annoiati affondano la loro cupidigia nelle perversioni e dove la classe media soffre per una situazione politico-sociale aberrante all’ombra di un Paese la cui costituzione è utilizzata per uno squallido passaggio di denaro tra vittima e ricattatore, il malaffare elevato a regola di vita.
Magical Girl del talentoso giovane regista spagnolo Carlos Vermut è un film ricercato nella sua struttura narrativa e nelle sue tematiche, sebbene a volte, vedi la lunga digressione sulla tauromachia come metafora sullo spirito iberico, diviso tra passione e razionalità, pecchi un po’ di prolissità. L'autore si affida spesso a immagini dalla forte presa quale quella del corpo nudo di Barbara ricoperto di cicatrici deturpanti o la grottesca drammaticità di Alicia vestita di tutto punto da Magical Girl con tanto di scettro nel suo incontro con Damian, si muove con una certa disinvoltura tra le atmosfere da black comedy e da thriller psicologico che si innestano sul tessuto connettivo narrativo che guarda alla incapacità dell’uomo di poter governare e prevedere quelle che sono le sue azioni in un mondo che ha perso quasi ogni etica in favore delle personali pulsioni. Ma soprattutto è il concetto che partendo da un nobile e giusto desiderio non è certo che le cose non possano andare nella direzione diametralmente opposta, mettendo in moto un meccanismo devastante che si afferma in maniera netta.
Vermut sembra rivolgere lo sguardo spesso a modelli consolidati del panorama cinematografico mondiale (Almodovar, i fratelli Coen, addirittura Bunuel per quanto riguarda il suo sguardo sarcastico sui vizi della borghesia, de la Iglesia) pur mantenendo sempre uno stile personale nel quale, a fronte di una certa linearità che non tende mai a deragliare, le deflagrazioni della storia sono contenute e osservate con occhio neutro, quasi fossero una normale evoluzione fenomenologia delle azioni compiute. Non c’è dubbio comunque che Magical Girl è lavoro seducente e bello, crudo nel suo sviluppo e sorprendente per la sua armoniosità apparentemente frammentata e non risulta certo difficile capire perché si sia affermato come una delle pellicole più osannate, e non solo in Spagna, del 2014.

Barbara Lennie è la convincente e oscura Barbara, giovane donna inquieta e divorata dai suoi fantasmi, protagonista di una interpretazione assolutamente rimarchevole. A fianco a lei Luis BermejoJosè Sacristan completano degnamente il trittico di attori che contribuiscono a fare di Magical Girl un film di quelli capace di lasciare il segno.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 4

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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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