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The Circle - Recensione

Una immagine di The Circle, film di Stefan HauptArriva in Italia, distribuito da The Open Reel dal 23 aprile 2015, dopo aver girato per un anno più di cento festival nel mondo tra cui la Berlinale 2014, il nuovo film diretto da Stefan Haupt che narra una storia di verità e omosessualità a metà tra documentario e finzione in cui prevale il realismo

Nel 1958 mentre in tutto il mondo occidentale si conduceva l'ennesima caccia alle streghe della storia contro il comunismo, lo straniero, l'appartenente a un'altra razza e il diverso, la Svizzera e in particolare Zurigo si segnalavano come terre di libertà. L'omosessualità tra adulti, ad esempio, non costituiva reato.
Gli omosessuali potevano vivere la loro natura senza restrizioni e circolavano, previo visto censura, anche riviste gay. Una di queste era Il Circolo, un periodico facente capo all'omonima associazione che organizzava frequenti feste. Durante una di queste il professore svizzero, Ernst Ostertag, neo iscritto all'associazione, vede cantare ed esibirsi il giovane travestito Robi Rapp. Il ragazzo è un tedesco trapiantato in Svizzera che vive con la madre e lavora nella bottega di un barbiere. Vive la sua omosessualità con molta libertà e mano a mano che la conoscenza con Ernst aumenta, cerca di convincere l'uomo a essere più libero nel dimostrare i suoi veri sentimenti. Una serie di omicidi tra la comunità omosessuale, però, complica la cose in quanto le ricerche degli assassini da parte della polizia conduce al Il Circolo, che viene così diffamato con accuse di prostituzione e circuizione. L'ordine precostituito comincia, così, a far sentire il suo pugno duro e Ernst è sempre più impaurito, anche se sostenuto dall'amore per Robi. Mentre, quindi, la rivista è costretta a chiudere per la perdita di credibilità e per l'abbandono degli iscritti intimoriti dal nuovo clima, la relazione tra i due uomini prosegue fino a fondare loro stessi una nuova rivista come Il Circolo e a divenire, in età più adulta, la prima coppia gay a sposarsi ufficialmente in Svizzera.
Stefan Haupt filma un documentario con inserti di narrazione drammatica e sentimentale che nasce dall'esigenza di raccontare una storia vera. La vita di Ernst e Robi è, quindi, descritta dalla loro viva voce. I due, seduti sul divano della loro casa, in età avanzata, ci addentrano nell'atmosfera di libertà della Zurigo di fine anni Cinquanta, per poi ricreare con precisione il sogno infranto della rivista Il Circolo. La vita di Ernst e Robi è, inoltre, mostrata anche attraverso scene di fiction recitate da Matthias Hungerbuhler e Sven Schelker, rispettivamente nei panni del giovane insegnante e del ragazzo. La loro vicenda viene ripercorsa osservando la lotta di Ernst contro il perbenismo dominante soprattutto a scuola, che gli impone di non proporre la lettura di Albert Camus, la sua paura di prendere coscienza della propria natura e dall'altro lato la gioia e la libertà di Robi. La parte di finzione cinematografica risulta narrata, però, con troppa 'freddezza' e quando l'amore sale e le battaglie contro la polizia si intensificano l'occhio del regista 'cede' a soluzioni tecniche, come la musica strappalacrime e le inquadrature degli sguardi, poco originali. Forse serviva una mano più ferma per un lavoro che non è un documentario in tutto e per tutto data la presenza di parti recitate né un film di finzione o un film biografico per via delle inserzioni delle testimonianze.

The Circle arriva in Italia grazie alla distribuzione in streaming e download della piattaforma TheOpenReel.it a partire dal 23 aprile (in occasione del lancio il film sarà proiettato lo stesso giorno a Milano e Palermo). Nel complesso la pellicola svizzera, in definitiva, si mostra come un documento cinematografico di una storia reale con un finale lieto e tutto sommato giusto, perché la vicenda di Ernst e Robi non appare mai patetica, bensì misurata e vera come la voce dei due protagonisti.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2.5

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Video

Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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