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La luce sugli oceani - Recensione (Venezia 73 - In concorso)

La luce sugli oceani - The Light Between Oceans - 2016 - Film - RecensioneLa luce sugli oceani è quella di un bambino che arriva miracolosamente a portare gioia in una bellissima coppia innamorata. Nella nuova pellicola diretta da Derek Cianfrance l'esigenza (forse solo della produzione?) di raccontare una storia d'amore piatta e senza squilli schiaccia altre possibili traiettorie narrative

Devastato nell'animo dai combattimenti sul fronte occidentale, Tom decide di abbandonare l'Inghilterra per trasferirsi in una terra in cui l'Oceano Indiano e quello Pacifico si congiungono, l'isola di Junus al largo delle coste australiane. Qui si offre di diventare il guardiano del faro. La sua vita procede solitaria e silenziosa fino a quando una bella ragazza che vive nel paese vicino conquista il suo cuore. L'amore li unisce. Dopo il trasferimento di lei sull'isola, i due cercano di avere un figlio, ma è l'oceano che dona alla coppia un bambino a seguito del naufragio di un'imbarcazione. Chi sono i veri genitori di questo bambino? Ha una famiglia? Mentre la giovane donna è piena di gioia, Tom si pone questi interrogativi tanto da condurlo a scelte drastiche.
La nuova pellicola diretta da Derek Cianfrance mette in scena i fattori che determinano la formazione di una storia d'amore familiare: la solitudine iniziale dei protagonisti, lo sbocciare dei sentimenti, la crisi scatenata da fattori interni e poi la risoluzione nell'ottica del legame eterno. Per raccontare ciò, il regista si concentra sui protagonisti, sui loro volti, sulle emozioni che traspaiono dai loro occhi (in ciò appare più espressivo il volto di Alicia Vikander che quello di Michael Fassbender) per poi ampliare l'inquadratura sul contesto, sulla terra di confine teatro della storia d'amore. Il tutto scandito e unito dalla musica composta da Alexander Desplat, che detta le empatie della pellicola con accenti drammatici e picchi emozionali.
Questo è La luce sugli oceani. Cianfrance registicamente non si percepisce: non si intravede una personale caratterizzazione visiva, uno spunto narrativo attraverso cui condurre la storia, solo una concatenazione di immagini al fine di esplicitare la storia d'amore. Fassbender e Vikander interpretano, invece, al meglio i due ruoli con un trasporto emotivo davvero intenso, seppur non siano previste da parte loro personali indagini psicologiche sui loro personaggi.
La pellicola si trascina fino al termine con un po' troppa prevedibilità e per molti tratti non succede nulla, né ci sono elementi per destare lo sguardo.

Lo sforzo di Cianfrance, quindi, si realizza con superficialità, nonostante gli spunti narrativi a cui poteva rivolgersi: il dubbio, il sospetto, il rimorso, il perdono, la rinascita, le scelte della vita e del destino. Ripiegare sul tema dell'amore è stata una scelta semplicistica considerando le qualità registiche di Cianfrance dimostrate in altre pellicole, senza considerare la potenzialità di immedesimazione dei due attori in questa pellicola tenuta molto a freno. 


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 1.5

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Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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