News, recensioni, approfondimenti sul cinema asiatico

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniAsiaTen Years - Recensione

Ten Years - Recensione

Lavoro corale che tenta di raccontare le paure e le incertezze per il futuro di Hong Kong, Ten Years è stato il film fenomeno dell'annata nell'ex colonia britannica grazie alla sua forte impronta politica e sociale

Negli ultimi anni la città di Hong Kong è diventata la culla di ribollenti sentimenti contrapposti: l’orgoglio per essersi presentata all’alba del nuovo millennio come città-modello della sterminata realtà asiatica si è lentamente ma inesorabilmente affievolito sulla spinta delle preoccupazioni, sociali e politiche, che la difficile integrazione con il governo centrale della Cina continentale ha spietatamente fatto emergere. Questo effetto ha avuto conseguenze importanti anche sul mondo cinematografico di Hong Kong, storicamente uno degli universi più vivaci ed interessanti: dal punto di vista 'industriale' la fuga di molti autori spinti da una sorta di 'realpolitik' verso la Cina, ormai potenza economica mondiale indiscussa anche nel cinema, nonché dal punto di vista delle tematiche trattate dai non molti cineasti ancora attivi nell’ex colonia britannica, tutte improntate, a partire da quel fatidico 1997, alla descrizione del senso di incertezza e paura che vivono gli abitanti della città.
Quando nel 2014 prese il via la ribellione pacifica per le strade di Hong Kong ribattezzata come Rivoluzione degli Ombrelli Gialli, un gruppo di giovani registi hongkonghesi per lo più esordienti decise di dare il via al progetto di Ten Years: una raccolta di cinque cortometraggi che ipotizzavano quale sarebbe stato il futuro di Hong Kong dopo dieci anni.
La premessa può sembrare superflua, ma inutile pensare ad un film in qualche modo di fantascienza che disegna un futuro prossimo tecnologico e strampalato: Ten Years è semplicemente invece una pellicola con una preponderante impronta politica e sociale che dà corpo a tutta quelle serie di incertezze e timori che soprattutto le nuove generazioni vivono in maniera tangibile sulle proprie spalle.
Quale sarà il futuro di Hong Kong si chiedono i cinque giovani registi? Quali conseguenze sociali avrà la lunga integrazione iniziata nel 1997 e che avrà fine nel 2047, quando la città sarà a tutti gli effetti una delle tante megalopoli della Cina, perdendo per sempre le caratteristiche di unicità che avrà fino ad allora? La risposta risiede in cinque storie, raccontate attraverso generi e atmosfere diverse e che vanno ognuna ad affrontare i vari aspetti del rapporto con la Cina.
Metà thriller e metà dark comedy, Extras di Kwok Zune ci racconta di come governo centrale e suoi fiancheggiatori escogitino un attentato per convincere l’opinione pubblica sulla necessità di accettare la Legge sulla Sicurezza Nazionale ad Hong Kong. Simbolico e inquietante è Season of the End di Wong Fei-pang che affronta il tema della scomparsa del patrimonio culturale della città travolta dalla modernizzazione globale. Il breve Dialect di Jevons Au rivolge la sua attenzione, con toni apparentemente leggeri, al problema del cantonese che deve essere rimpiazzato dal mandarino come lingua ufficiale, creando sdegno e sconforto oltre che discriminazione, per gli abitanti della città, orgogliosamente legati alla loro identità idiomatica. Self Immolator di Chow Kwun-wai è indubbiamente il più duro e quello più esplicitamente politico, nel quale si racconta il confine che sono disposti a oltrepassare i manifestanti, laddove il protagonista cita la frase simbolo di questo film: “la nostra non sarà considerata una Rivoluzione finché non ci sarà chi è disposto a morire”. Ed infine Local Egg di Ng Ka-leung, il più riuscito dei segmenti, che con atmosfere quasi brillanti ma ricche di ironia e sarcasmo racconta della fine di un allevamento locale di polli che si accompagna alla comparsa di giovanissime guardie rosse del XXI secolo con il loro carico di retorica e prevaricazione indotta, revival di una Rivoluzione Culturale incombente.
Non tutti i cortometraggi sono perfettamente riusciti, alcuni sembrano arenarsi su meccanismi narrativi poco convincenti, ma di sicuro Ten Years, nel suo complesso, è lavoro nel quale i presupposti ispirativi sono perfettamente sviluppati con grande sensibilità e genuinità. La preoccupazione e la cupezza che accompagna i racconti degli autori è tangibile e chiarissima nelle sue varie forme, la sua reale portata meriterebbe probabilmente una più approfondita conoscenza del problema per poter valutare in maniera fattiva se quanto esposto non sia un eccesso di timori immotivati come da alcune parti si è scritto e commentato, oltre al giudizio cinese ovviamente negativo in tal senso sul film.
Ten Years comunque il suo lavoro di film ad impronta politica lo svolge bene, evitando anche la retorica e basandosi in maniera intelligente sulle conseguenze sociali che la difficile situazione comporta.

Il film è stato un autentico fenomeno in patria, dove è stato visto da molte persone, nonostante fosse proiettato in sale periferiche e al di fuori dei grandi circuiti, oltre a ricevere il premio della critica di Hong Kong come film dell’anno. Il coraggio degli autori va riconosciuto in pieno: avere abbandonato la metafora del disagio e della nostalgia, che spesso vediamo nei lavori di vario genere provenienti da Hong Kong, per affrontare l’argomento di petto e senza schermi protettivi è indubbiamente sinonimo di grande fervore ideologico e di personalità da parte dei cinque giovani autori.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3.5

  Vai alla scheda del film
  Trailer del film


Video

Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.