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City of Rock - Recensione (Far East Film Festival 2018)

Secondo lavoro di Da Peng, City of Rock è un film popolato di personaggi piacevoli e simpatici che è una celebrazione del potere dei sogni e della musica. Presentato al Far East Film Festival 2018

Da Peng (Dong Chengpeng) è un noto attore, comico, presentatore televisivo e conduttore di talk-show cinese, il cui debutto da regista, Jianbing Man del 2015 (una parodia del genere supereroi) è stato un discreto successo e City of Rock è il suo secondo e atteso lavoro.
Ambientata nella vera cittadina natale del regista nel remoto nord-est della Cina, la storia del film (che ha totalizzato 330 milioni di RMB solo nelle prime due settimane nei cinema cinesi), come per Jianbing Man, è frutto della collaborazione tra Da Peng e lo sceneggiatore Su Biao.
C’era una volta una leggendaria rock band chiamata Broken Guitars che un giorno aveva onorato la cittadina cinese di Jia’an con la sua presenza alla cerimonia di inaugurazione dei lavori per la costruzione di un gigantesco monumento a forma di chitarra nel parco cittadino e aveva fatto guadagnare alla città il nome altisonante di City of Rock. Molti anni sono passati da quel glorioso giorno, ma Hu Liang (Qiao Shan) che al tempo era un bambino e un fan dei Broken Guitars, non ha mai scordato il suo sogno di creare la sua banda rock e meno che mai ora che i rapaci costruttori stanno progettando di distruggere l’iconico monumento in favore di remunerativi appartamenti. In cerca di aiuto per il suo progetto Hu Liang contatta Cheng Gong (Da Peng), un ex membro dei Broken Guitars che ora vive a Pechino e lavora come manager di una penosa pop band. Non riuscendo a convincerlo con le lusinghe gli promette un ricco assegno e lo squattrinato Cheng Gong accetta di corsa e parte per Ji’an.
Dopo un prevedibile pessimo inizio, i due cominciano le audizioni per i componenti della band e finiscono obbligati a prendere i soli quattro candidati: Ding Jianguo (Guli Nazha), una bassista bella e schiva; Explosive (Li Hongqi), un batterista taiwanese con una strana abitudine; Qiao Meixi (Qu Junxi), una talentuosa bambina alle tastiere; Yang Shuangshu (Han Tongsheng), un anziano ex-chitarrista rock in gioventù e ora rispettabile medico e nonno. La band prende forma e si dà il nome 'metal' Macchina da Cucire in onore alla mamma del manager ed ha persino uno sponsor/groupie, il proprietario del Bonjavi Supermarket. L’improbabile ma piuttosto brava band comincia le prove in preparazione del grande concertone contro l’abbattimento della grande Chitarra e il progetto di riqualificazione del Rock Park. Tutto sembra andare secondo i piani, ma gli avidi palazzinari hanno dalla loro parte il denaro e il potere delle mazzette per tentare i nostri squattrinati eroi.
Da Peng ha messo insieme una storia piuttosto prevedibile, popolata di personaggi piacevoli e simpatici che è una celebrazione del potere dei sogni e della musica. Un’operazione del genere avrebbe potuto avere facilmente un esito disastroso, ma in qualche modo City of Rock riesce a stare alla larga dalla catastrofe grazie soprattutto al cast affiatato e accattivane. Da Peng e Qiao Shan (quest’ultimo visto recentemente in un simile ruolo un po’ da 'orsacchiotto' in Wukong) sono una coppia comica bilanciata con buona alchimia dove il carattere introverso di Da Peng attenua i toni eccessivamente esuberanti del partner. Buona parte del film è dedicato a questo duo comico, ma gli altri membri della band e i personaggi collaterali riescono ad uscirne piuttosto ben delineati. Fortunatamente l’inevitabile trama amorosa è appena accennata e il personaggio della bambina non è troppo smielato.
Il film soffre un po’ per l’eccessiva durata (intorno alle due ore) e avrebbe beneficiato di qualche taglio in più in sede di montaggio, ma solo per la durata perché l’editing in realtà è veloce e 'creative' e rende alcune scene, come il concerto finale, memorabili e piene di energia. Un grande bonus che però solo gli spettatori asiatici potranno apprezzare è che il film è letteralmente costellato di apparizioni di personaggi famosi e reali rock star cinesi, tutte rivelate alla fine. C’è anche un cameo vocale dell’attrice e modella Lin Chiling, nella parte di una DJ radiofonica e la deliziosa Zhou Dongyu ha un piccolo ruolo come tatuatrice (come in A Nail Clipper Romance).

In conclusione, nonostante una trama già vista molte altre volte e qualche momento un po’ ridicolo, City of Rock è un film ottimista, dal cuore buono e che fa sorridere. Un’opera di intrattenimento leggero che può accomodarsi con onestà nella sua categoria.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2.5

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Video

Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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