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La scoperta dell'alba

Surreale, forse troppo. Il secondo film di Susanna Nicchiarelli racconta una storia che passa attraverso il viaggio nel tempo che compie una bambina per provare a cambiare un passato difficile da superare. Grande prova di recitazione per Margherita Buy,  ancora una volta nell’accoppiata vincente con l’ex compagno Sergio Rubini.Una scena del filmChe Margherita Buy sia una delle attrici migliori dell’attuale panorama cinematografico è cosa nota e indubbia; che assieme a Sergio Rubini formino una coppia ben collaudata da anni (se non altro a livello artistico) è altrettanto vero; che ad impreziosire un cast, oltre a questi due attori, ce ne siano altri di altrettanta bravura come Lina Sastri e Renato Carpentieri va benissimo: ma non è abbastanza per apprezzare fino in fondo un film come La scoperta dell’alba. Tratto dall’omonimo romanzo di Walter Veltroni, il lungometraggio di Susanna Nicchiarelli (co-protagonita nei panni della sorella della Buy) la giovane regista alla sua seconda fatica dopo Cosmonauta, parla di due sorelle rimaste senza il padre a causa delle brigate rosse. Nel 1981 il professor Mario Tessandori viene raggiunto da sette colpi di pistola e muore nel cortile dell’Università sotto gli occhi di tutti e tra le braccia dell’amico e collega Lucio Astengo. Dopo poche settimane quest’ultimo scomparirà nel nulla ed esattamente trent’anni dopo le due figlie, Caterina e Barbara (alias Buy e Nicchiarelli) affronteranno i motivi della scomparsa del padre. Il tutto, grazie a un fenomeno inspiegabile: Caterina torna dopo tanti anni nella villetta al mare della famiglia, lì ritrova un vecchio telefono a rotella che inspiegabilmente dà ancora il segnale libero e prova a telefonare al vecchio numero di casa, riuscendo a mettersi in contatto con se stessa da bambina e aprendo in questo modo una sorta di ponte spazio-temporale con il passato.Sicuramente una trama del genere è molto più adatta ad un romanzo e nella trasposizione cinematografica perde un po’ di quella magia originale. Ci sono diversi passaggi molto lenti, anche se l’ironia di alcuni personaggi, in primis Sergio Rubini, fa da contrappeso.Il film, che uscirà il 10 gennaio, è prodotto da Fandango in collaborazione con Rai Cinema e ha avuto inoltre il sostegno della Regione Lazio. Il tema del terrorismo è un ottimo spunto per raccontare una storia drammatica in modo non convenzionale, ma in questo caso, diciamolo, la regista si è fatta prendere davvero un po’ troppo la mano dal desiderio di fare un viaggio nel tempo. D’altra parte, chi non ha mai desiderato almeno una volta nella vita di tornare indietro per cambiare le sorti di una situazione tragica, o solo per semplice curiosità? Vai alla scheda del film  

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