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Django Unchained

Anche stavolta Tarantino non delude. Django Unchained è un film che in quasi tre ore non annoia mai ma anzi ci tiene col fiato sospeso per le sorti dei protagonisti, alle prese con un mestiere difficile, quello di cacciatori di taglie, che li condurrà verso un’avventura affascinante e mozzafiato.Una scena del filmL’attesa è quasi terminata. L’ultima fatica di uno dei registi più apprezzati non solo in America ma anche nel nostro Paese sta per arrivare nelle nostre sale: Django unchained uscirà il 17 gennaio e non potrà che rispondere in maniera più che positiva alle aspettative dei fans di Quentin Tarantino. Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo Di Caprio: non sono solo i già premi Oscar protagonisti a rendere la pellicola spettacolare, ma la passione – che qui sembra quasi sublimarsi – per un genere tanto caro al regista, quello degli Spaghetti Western. Il titolo stesso, infatti, si rifà a una vecchia pellicola del 1966 interpretata da Franco Nero, attore nostrano che anche qui vediamo in un cameo.Django Unchained è ambientato negli Stati Uniti del 1858, due anni prima della Guerra civile. Il protagonista Jamie Foxx interpreta Django, uno schiavo che incontra il dottor King Schultz (alias Christoph Waltz), il cacciatore di taglie di origine tedesca. Schultz è sulle tracce dei fratelli Brittle, noti assassini, e solo l’aiuto di Django riuscirà a riscuotere la taglia che pende sulle loro teste. Il medico, un uomo apparentemente senza scrupoli, ma che alla fine dimostra di avere un suo codice d’onore e anche una grande sensibilità, assolda Django con la promessa di renderlo libero una volta catturati i Brittle, vivi o morti. Il successo dell’operazione induce Schultz a liberare Django e i due uomini scelgono di non separarsi, anzi partono alla ricerca dei criminali più ricercati del Sud. Affinando le vitali abilità di cacciatore, Django resta concentrato su un solo obiettivo: trovare e salvare Broomhilda (Kerry Washington), la moglie che aveva perso tempo prima, a causa della sua vendita come schiava.Il film non manca sin dall’inizio di una connotazione ironica che, pur arrivando a punte estreme anche nelle scene più cruente, fa da leit motiv all’interno della narrazione. Anche in questo, come in altri film del regista (ad esempio Kill Bill) c’è uno sfoggio di conoscenza e utilizzo più che consapevoli di generi cinematografici differenti: il western (uno dei preferiti in assoluto di Tarantino), ma anche il drammatico e il romantico.Le aspettative, ne siamo certi, non verranno deluse. Dunque, non c’è che da mettersi comodi, restando sempre pronti a imprevisti e colpi di scena, a gustarsi un film che non è un puro e semplice esercizio di stile, ma rivela attaccamento e cura verso un tema molto delicato e non facilmente narrabile senza cadere nell’ovvio o nel melenso. Vai alla scheda del film  
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