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Contagion

La locandina di ContagionUna micidiale ed inarrestabile epidemia virale minaccia di decimare la popolazione mondiale, diffondendosi da Hong Kong all'Europa, agli Stati Uniti. Attraverso una intricata struttura ad incastri ed un minuzioso lavoro sulla tensione, Steven Soderbergh confeziona con estrema cura un film catastrofico corale, coadiuvato dalle interpretazioni di Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet e Jude Law  

Beth
, una dipendente di una multinazionale americana, contrae una infezione virale molto aggressiva dopo essere tornata a casa da un viaggio ad Hong Kong. Non sa di essere stata colpita da un virus sconosciuto che debella il suo sistema immunitario al punto da provocarle la morte nel giro di qualche giorno. Il suo non è un caso isolato: nel mondo vengono registrate altre morti sospette a causa dello stesso ceppo virale. Il rapido diffondersi della malattia costringe la comunità scientifica mondiale ad intraprendere una lotta contro il tempo per trovare un vaccino in grado di annientare il virus. La stampa, in particolare un blogger molto influente di nome Alan Krumwiede, non si fida però delle contromisure adottate dalla comunità scientifica, ma anzi incomincia a sospettare che non dica tutta la verità sulle cure contro il contagio per favorire le aziende farmaceutiche. I giorni passano ed i morti continuano ad aumentare vertiginosamente...

Una immagine del filmPresentato fuori concorso alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia, Contagion è una lucida ricognizione del sentimento del timore e della paura dell'ignoto nei modi del cinema catastrofico. Nell'incubo dell'epidemia che si palesa sullo schermo attraverso i volti impauriti di un cast di tutto rispetto che comprende – tra gli altri – Jude Law, Matt Damon, Laurence Fishburne, Gwyneth Paltrow e Kate Winslet, si immagina una sorta di peste ai giorni nostri, e si racconta la disgregazione sociale che ne deriva, inventando atmosfere apocalittiche e fredde che impressionano pur ricalcando luoghi comuni del genere. Perché Steven Soderbegh, tornato alla struttura narrativa corale e ad incastri di Traffic, le immagini le sa costruire.
L'interpretazione degli eventi è affidata a personaggi archetipici: il regista li modella senza trasmettere enfasi, sensazioni di déjà vu e retorica. Nel film, come in molte altre opere catastrofiche d'oltreoceano di buona levatura, si ragiona sull'eterno scontro tra 'collettivismo' ed 'individualismo', tra fedeltà cieca verso le autorità e fede nei propri mezzi. Lo sguardo di Soderbergh è volutamente insostenibile, giocato su una messa a fuoco continuamente modulata tra sfondi e primi piani nella stessa inquadratura, quasi a voler rendere senza via di fuga l'incubo di cui sono vittime i protagonisti. Quello che impressiona è vedere zone normalmente affollate come gli aeroporti, i supermercati e le autostrade trasformate in un paesaggio da civiltà scomparsa.
Apparentemente un 'piccolo' film di genere senza troppe pretese, Contagion è in fondo la metafora di se stesso: un'opera ad alta contaminazione che invade il pubblico come un virus ed innesta sotto pelle una strana inquietudine. Da vedere.

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