1921 – Il mistero di Rookford
- Scritto da Francesco Siciliano
- Pubblicato in Film in sala
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Inghilterra, 1921. Florence, una giovane donna metodica ed estremamente razionale, tormentata dalla morte del fidanzato, persegue un solo obiettivo nella sua vita: lottare con tutta se stessa contro lo spiritismo imperante della società inglese postbellica. Il suo lavoro consiste nel dare una spiegazione logica ad eventi che sembrano frutto di qualcosa di soprannaturale. Un giorno Florence viene ingaggiata per indagare sulle presunte apparizioni del fantasma di un bambino a Rookford, un convitto situato in una zona sperduta di campagna. Mentre cerca di raccogliere prove scientifiche per smentire l’esistenza di qualsivoglia fenomeno paranormale tra le mura del collegio, Florence capisce ben presto di trovarsi di fronte ad un caso diverso dagli altri. Le convinzioni della donna iniziano a vacillare a causa del verificarsi di una serie di eventi che sembrano non avere una spiegazione logica…
Film di paura, girato senza effetti speciali iperbolici né sangue a fiotti da Nick Murphy (regista molto attivo in ambito televisivo), 1921 – Il mistero di Rookford è una variazione su The Orphanage di Juan Antonio Bajona ed i lungometraggi che ne sono derivati negli ultimi anni. Come già in passato, la struttura del racconto di fantasmi, derivativa della grande tradizione dell’horror intimista inglese, serve da occasione per l’indagine psicologica,

Murphy recupera con abilità certe atmosfere del filone gotico. Rispettando le regole del gioco, mette al bando fantasmagorie visive ad effetto ed anche quelle sottolineature trash tipiche di tanti film d’oggi. La sceneggiatura del film funziona e sembra tagliata su misura per la Hall, decisa a mostrate doti di grande attrice. Si può apprezzare la sobrietà della messa in scena ed essere grati al regista per la parsimonia negli effetti speciali , ma il film – sia chiaro – è un prodotto di puro intrattenimento che non va oltre la superficie del genere.
Nonostante alcune lungaggini che attenuano la tensione e rallentano l’azione, Murphy segue le regole canoniche e rende così espliciti pregi e limiti della sua operazione. In tempi in cui i generi languono, gli amatori dell’horror psicologico non possono però che riconoscergli più meriti che demeriti.
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