Recensioni film ai festival, in home video, streaming e download

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniFuori salaMarguerite - Recensione (Venezia 72 - In concorso)

Marguerite - Recensione (Venezia 72 - In concorso)

Quale fattore, quale pensiero rende una donna stonata e incapace al canto a sentirsi una brava cantante d'opera? Quale motore spinge suo marito ad allontanarsi da lei arrivando al punto di tradirla? La risposta proposta da Xavier Giannoli è contenuta nella buffa e sognatrice protagonista di Marguerite

Molta gente frequenta le serate a casa di Marguerite Dumont nel suo castello poco fuori Parigi. Membri di famiglie nobiliari, esponenti dell'aristocrazia, ricchi borghesi, giornalisti e amici, insomma una grande folla si accalca nel salone centrale dell'abitazione, per sentire l'esibizione canora della donna. La sua voce, però, non è soave e piacevole, ma stonata e gracchiante. Nessuno le osa dire che le sue arie sono inascoltabili, perché il divertimento è troppo. Chi trova particolarmente piacevoli le esibizioni canore di Marguerite è un giornalista che scrive un articolo ironico sulla vocalità della donna. Marguerite è piacevolmente colpita da queste parole e decide di esibirsi in una serata in cui canta alcune tra le arie più famose della storia della lirica. Per prepararsi al grande evento, Marguerite chiede a una vecchia gloria della lirica qualche lezione. La data si avvicina, gli esercizi voluti dal maestro non migliorano la voce di Marguerite che, però, appare sempre più convinta della buona riuscita della serata. A questa dovrebbe presenziare anche il ricco marito che, proprio perché incapace di dirle quanto è stonata, solitamente non è presente. Durante l'esibizione, però, la nobildonna non è preparata a ricevere i fischi del pubblico e sviene. E' subito ricoverata e il medico che la cura capisce bene quale sia il male di cui soffre la donna. Anche il marito lo scopre e nonostante la relazione extraconiugale, capisce quanto la bellezza sognatrice di Marguerite sia fondamentale per la sua vita.
Il nuovo lavoro di Xavier Giannoli si attesta nella forma di una commedia leggera. Tale impianto, però, si tramuta nelle battute finali in un dramma lieve, conferendo così alla pellicola un carattere divertente, utile ad affezionarsi sempre più al personaggio della donna. Catherine Frot è convincente nel creare una figura femminile impavida e spavalda che con il sorriso sulle labbra e colma di una buffa incoscienza non percepisce l'ironia attorno a lei. E' così favolisticamente decisa del suo essere una brava cantante d'opera che non è in grado di accorgersi del tradimento del marito, interpretato da André Marcon. L'atteggiamento dell'uomo appare scostante ed evasivo nei suoi confronti, seppur risulti anche lui agli occhi del pubblico piacevole, anche quando diviene un bugiardo senza possibilità di scuse.
Il dramma, quindi, del film non si trova nella coppia, bensì in ciò che la circonda. Entrambi i protagonisti, infatti, come anche gli altri personaggi, sono pervasi dall'illusione. Questa per un breve periodo affascina l'uomo permettendogli di credere di essere ciò che non è, poi improvvisamente gli sbatte in faccia la realtà. Ognuno nel film, quindi, si illude che la propria esistenza sia differente da quanto veramente è. Nel caso di Marguerite ciò si traduce nella consapevolezza di non essere intonata e quindi speciale agli occhi del marito. Allo stesso modo l'uomo crede di poter ingannare per sempre la moglie, fino a quando si rende conto che il tradimento, sia sentimentale che quello provocato promuovendo la serata di canto, l'ha definitivamente distrutta.

Giannoli confeziona così una commedia sognatrice che riesce a rendere divertente e affascinante la grande malattia di tutti: l'illusione.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

  Vai alla scheda del film
  Trailer del film

Video

Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.