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Los tontos y los estúpidos - Recensione

Los tontos y los estúpidos - Film -  Roberto Castón - RecensioneDopo la partecipazione nella selezione ufficiale del San Sebastiàn International Film Festival 2014, arriva in Italia, grazie a The Open Reel, il nuovo lungometraggio del galiziano Roberto Castón. Finzione e realtà, umanità vera e personaggi inventati, c'è differenza?

La troupe di attori e tecnici si riunisce nel teatro di posa. A un tavolo siede il regista che scandisce le scene e detta i tempi di ripresa. Su sfondo nero, con pochi oggetti di scena, gli attori leggono e studiano la sceneggiatura. Capiscono come creare il loro personaggio, quali sfumature conferire, quali accenti marcare, quali emozioni lasciar trasparire per rendere reale e certo ciò che stanno rappresentando. In questo modo la storia diviene il film in cui la finzione della messa in scena si trasforma in realtà. Mentre gli attori nei momenti di pausa ridono e scherzano insieme, i personaggi prendono vita in loro e quando il regista dice "stop" e il motore smette di girare rimane una piccola scia sui volti degli interpreti che nasconde la sottilissima linea di separazione tra finzione e realtà.
La riflessione di Roberto Castón, che torna alla direzione di un lungometraggio dopo Ander del 2009 e alcuni corti, è esattamente su questo limite, ossia nel cinema, regno dell'artefatto: quanto è possibile essere reali in materia di emozioni? Sulla scena o per meglio dire sullo sfondo nero, neutro, arredato solo con alcune sedie, tavoli, e poco altro, si avvicendano Mario e Paula, genitori di due figlie, insoddisfatti del loro matrimonio e dall'altro lato Miguel, psicologo di Paula, e Lourdes, cassiera di un supermarket che intesse una profonda amicizia con il ragazzo, omosessuale sieropositivo e cocainomane, al punto di decidere di allevare insieme il figlio che lei aspetta da Mario. Questi personaggi innanzitutto sono attori: Josean Bengoetxea (Mario), Cuca Escribano (Paula), Aitor Beltrán (Miguel) e Nausicaa Bonnin (Lourdes) cercano, attraverso le categoriche e perseveranti indicazioni del regista, interpretato da Roberto Álamo, di rendere i loro personaggi vivi, di trasformare i tonti e gli stupidi del titolo del film, ossia coloro che non riescono a guardarsi dentro.
L'obiettivo del regista, come quello di Castón, è restituire come percepibile e sentito il processo di trasformazione emotiva che attraversa ognuno di loro. Non è detto che tale evoluzione sia positiva, ma almeno dalla vigliaccheria, dalla negazione, dalla rassegnazione i personaggi del film passano a comprendere a pieno il loro stato d'essere. Miguel, ad esempio, facendosi carico della vita di Lourdes e del neonato, comprende la totale dissoluzione del suo essere in passato, mentre Mario si arrende ad essere un perdente capace solo di fallimenti. Di questo sviluppo emotivo, inoltre, ne beneficiano anche gli attori. Con il passare della giornata di riprese, infatti, questi si amalgamano in un gruppo festante e unito, inquadrato dalla macchina del regista in un bianco e nero che ricorda le foto ricordo.

Roberto Castón struttura, quindi, scena dopo scena, l''empatia cinematografica', conducendo Los tontos y los estúpidos (distribuito sulla piattaforma TheOpenReel.it) a essere una riflessione sul tema delle relazioni ed emozioni umane già ampiamente trattato dalla storia della cinematografia, ma che assume un tratto di originalità grazie alla rappresentazione reale del lavoro di costruzione cinematografica. 


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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