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Shock Wave - Recensione

Film ad alto budget che si inserisce di diritto tra i blockbuster del genere, Shock Wave di Herman Yau è lavoro nelle pieghe del quale comunque si respira aria da classico action movie di Hong Kong

Scelto come film di chiusura del 19esimo Far East Film Festival, Shock Wave è stato visto dalla platea del Teatro Nuovo praticamente in contemporanea con l'uscita sugli schermi in Cina e Hong Kong, evento che ha fatto sì che il film risultasse uno tra i momenti più importanti della rassegna udinese.
Diretto da Herman Yau, probabilmente il più genuinamente hongkonghese tra tutti i registi, Shock Wave è opera ad alto budget, situazione nella quale il regista non molte volte si è trovato a confrontarsi, un lavoro che rilancia l'action movie, genere che ad Hong kong ha trovato tra i più grandi interpreti.
L'infiltrato di rito, l'agente Cheung, consente l'arresto di alcuni membri di una pericolosa banda dedita alle rapine, tra i quali il fratello del famigerato boss Peng Hong. Dopo qualche tempo Cheung è rientrato nei ranghi della squadra anti-esplosivi della polizia di cui risulta essere una sorta di leggenda e quando iniziano a verificarsi attentati dinamitardi in città il poliziotto è sempre in prima linea. Ma Peng ha in serbo ben altre imprese, tra le quali la più clamorosa: l'assalto al Cross Harbour Tunnel, uno dei punti di collegamento tra Kowloon e la parte insulare della città, con una squadra di mercenari e il posizionamento di una quantità abnorme di esplosivo all'entrata e all'uscita della galleria. Il prezzo da pagare per evitare la strage è il rilascio del fratello, la vendita del governo del tunnel stesso e soprattutto che le operazioni vengano condotte da Cheung, di modo da poter affrontare faccia a faccia colui che da infiltrato tradì la gang di Peng Hong. Ben presto la storia prende la piega del confronto personale tra i due, tra sparatorie spettacolari ed efferatezze varie.
Shock Wave si colloca in maniera netta, senza alcun dubbio al riguardo, nel filone dei blockbuster grazie ad un'alta spettacolarità e ad effetti speciali roboanti che vanno ad innestarsi su alcune delle tematiche più caratteristiche dell'action movie di Hong Kong (storie di infiltrati, onore e senso del sacrificio e l'immancabile dose di melodramma) con un accenno al malaffare dei colletti bianchi.
Se appare chiaro che così confezionato il film ha un ben preciso target commerciale, altrettanto evidente è che Yau ci tiene a mantenere quel tocco di autorialità e di peculiarità hongkonghese che gli consenta di trovare estimatori anche nella folta schiera di appassionati del genere. Ed in effetti Shock Wave è lavoro che si lascia apprezzare sotto l'aspetto tecnico, mantenendo sempre una costante tensione e nello stesso tempo affidandosi a canoni consolidati del genere. Nulla che stravolga il panorama cinematografico di Hong Kong, ma un onesto lavoro a chiara impronta commerciale che ha il suo punto forte nella spettacolarità di alcune immagini.
Il regista in fase di presentazione del film ha voluto precisare che Shock Wave è anche un lavoro sui poliziotti di Hong Kong, facendo riferimento anche alla rivolta degli ombrelli e al ruolo che la polizia deve avere nel proteggere il cittadino. Francamente questa tematica appare molto esile, anche perché lo spessore dei personaggi è molto sottile, visto che la storia privilegia gli aspetti più squisitamente di azione.

Il film comunque troverà i suoi fans, perché è ben costruito e ricco di effetti speciali. A ciò aggiungiamo la partecipazione di Andy Lau, anche in veste di produttore, un divo che assicura presenze e incassi sicuri, affiancato da Jiang Wu nella parte di un cattivo più che convincente, ed avremo un sicuro successo di pubblico e di botteghino.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2.5

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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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