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Bad Genius - Recensione (Far East Film Festival 2018)

Dopo il folgorante Countdown, il regista thailandese Nattawut Poonpiriya conferma il suo talento con l'heist movie Bad Genius: thriller e critica sociale, coniugati in un film dal buon ritmo e divertente

Cinque anni dopo il folgorante esordio con Countdown, che risultò tra i lavori più apprezzati del Far East Film Festival del 2013, il regista thailandese Nattawut Poonpiriya, torna ad Udine per presentare la sua opera seconda che, come sappiamo, è sempre il primo vero banco di prova dopo un brillante esordio: il talento del regista thailandese si manifesta anche in questo Bad Genius, di certo più commerciale, meno originale e rivoluzionario rispetto al precedente, lavoro che si ispira in maniera genuina ai più classici heist  movie, all’interno del quale però c’è anche una convinta e spietata critica sociale rivolta al suo paese.
Lynn è una studentessa brillante, un prodigio addirittura in matematica, che nonostante il suo status sociale non elevatissimo, riesce ad ottenere una borsa di studio in una delle scuole più prestigiose proprio grazie agli eccellenti risultati ottenuti. La sua prima amica è Grace, non certo brillante come lei nello studio, cui però offrirà un aiuto determinante per superare gli esami.
La fama di Lynn ben presto si diffonde nella scuola e le richieste di aiuto da parte dei compagni si fanno numerosissime. La ragazza che di testa è piuttosto sveglia e spigliata, intuisce che questa situazione potrebbe tramutarsi in una bella fonte di guadagno, a maggior ragione perché ottenere buoni voti è la condizione indispensabile per potere ambire a una borsa di studio nelle agognate università americane, il sogno di ogni studente thailandese. L’imbroglio è accuratamente messo in piedi: niente pezzi di carta nascosti chissà dove, il metodo che escogita la ragazza chiama in causa niente meno che Mozart e Beethoven, grazie alle sue mani che si muovono come su una tastiera di pianoforte. Andrebbe tutto a meraviglia se non ci fosse di mezzo un alter ego maschile della ragazza, che al contrario suo, ci tiene a mantenersi integerrimo e presto fa scoprire l’imbroglio.
Lungi dall’abbandonare i propositi, come un ladro di alta classe che fallito un colpo tenta la rivincita con un clamoroso furto, Lynn, in combutta con Grace e il suo fidanzato ricco rampollo della borghesia thailandese dal futuro in America scritto dai genitori, alza il tiro in maniera ambiziosa: imbrogliare, guadagnando un sacco di soldi, niente meno che con i test di ammissione alle università americane che si svolgono nella stessa giornata in tutto il mondo, basta sfruttare il fuso orario e le doti straordinarie dei protagonisti.
Non è difficile capire come Bad Genius sia film dal ritmo incalzante, ricco della giusta tensione, divertente e che però non risparmia una pungente critica sociale: essere geni serve a poco se non hai i soldi, quindi per ottenere qualcosa meglio mettersi al servizio dei ricchi per poter raggiungere il traguardo, gettando nell’immondizia ogni regola morale.
Ma esiste, nonostante tutto, un limite oltre il quale si è disposti ad andare mettendo in gioco sé stessi? Può una società come quella thailandese, rigidamente divisa in caste in base al censo, dettare le regole che decretano chi è meritevole di raggiungere traguardi e chi no?

In Bad Genius i due assi portanti del film (critica sociale e film d’azione) si fondono in maniera spesso armonica e questo è tutto merito del regista che sa tenere bene la storia in mano non cedendo mai al moralismo di facile presa né tanto meno a scadere nel thriller dozzinale.
Altro aspetto che valorizza il film è il brillantissimo esordio della ventenne Chutimon Cheungcharoensukying che mostra un talento cristallino, da attrice di grande livello: possiamo scommetterci che ne sentiremo riparlare presto.






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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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