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Far East Film Festival 15: day three

Una giornata di auto-fellatio, scontri generazionali, travagli sentimentali e salti nel passato al Far East Film Festival di Udine, che ha ospitato l'attesa premiere di The Last Supper alla presenza di Lu Chuan e della splendida diva Qin Lan

Come tutte le giornate domenicali, complice anche un repentino peggioramento del tempo, gran pienone alle proiezioni del Far East Film Festival 15.
G'mor Evian del giapponese Toru Yamamoto è una commedia che mette in scena un confronto-scontro generazionale: da una parte genitori (veri e acquisiti) un po' freakettoni che sembrano ragazzini mai cresciuti e dall'altra adolescenti che invece sembrano essere cresciuti troppo in fretta: qualche buon momento, un frequente divagare su feci e dintorni, qualche vena punk accennata nelle musiche ed un finale che di punk non ha nulla, bensì è tutto teso al buonismo e alla conciliazione.

National Security
del sudcoreano Chung Ji-young, uno dei film più attesi, si basa sulla vera testimonianza di chi subì le persecuzioni e le torture del regime dittatoriale del 1985. Film che vuole essere crudo, anche oltre le esigenze narrative, che scava non tanto nella psicologia della preda quanto in quella dei predatori e che si concede un finale dal quale, a fianco alla denuncia, emerge un accenno alla riconciliazione in nome di una memoria da mantenere ben salda. Non è un capolavoro, come da più parti si dice, ma ha la chiave giusta per aprire le porte segrete degli animi umani toccati dall'esecrazione e per tale motivo un po' di sospetto di paraculaggine rimane sospeso.

Will You Still Love Me Tomorrow?
di Arvin Chen è la classica commedia romantica taiwanese che però si colloca ben lontana come riuscita da quel Au Revoir Taipei che fu il sorprendente esordio del regista: storie di amore e di disavventure parallele e tangenti in cui eterosessuali diventano gay, gay si sposano con lesbiche, mogli che scappano dai mariti futuri perché colte dal panico; una labilità emotiva e dei sentimenti che però rimane molto sottotraccia, privilegiando il racconto con momenti fin troppo ovvi in cui l'omosessualità sembra più una ultima spiaggia affettiva che una scelta coerente.

Altra commedia romantica è quella del coreno Min Kyu-dong, All About My Wife, che parte col piglio giusto, con note sarcasticamente dissacranti, ma che poi si appiattisce su una sorta di curioso triangolo. Finché la storia si colora dei toni anche un po' cattivi e la prova degli attori regala i momenti migliori, il film è divertente e sviluppa il tema del rapporto di coppia matrimoniale con una certa brillantezza ed intelligenza, quando poi deve chiudere il cerchio, manca il coraggio e molto si affloscia.

Il pezzo forte della giornata, The Last Supper di Lu Chuan, ci regala anche la presenza del regista e della bellissima Qin Lan. Film di amplissimo respiro storico in cui però l'apologia del fondatore della Dinastia Han lascia il posto alla sua analisi psicologica e ad una profonda riflessione sull'ambizione e sul potere in un lavoro che si avvale di un approccio quasi shakesperiano e che regala dei grandi momenti di cinema: siamo tra il kolossal e la saga epico storica, ma nel fondo c'è anche molta riflessione sulla Storia e sui sentimenti degli uomini che la scrissero.

Gran finale con quello che molti attendevano come il Messia: Maruyama, the Middle Schooler del giapponese Kudo Kankuro non poteva fuggire alla morbosa curiosità degli attenti festivalieri: classificato come self fellatio-comedy non poteva essere altrimenti. A parte però l'assunto per cui un ragazzino di 14 anni ha come massima aspirazione quella di riuscirsi a praticare da solo una fellatio, il film vaga tra ispirazioni manga, pistoleri solitari mezzi imbranati, vecchi dementi, grandi chitarristi rock, chiacchiere, personaggi idioti e demenzialità.
Alla fine comunque l'auto fellatio viene raggiunta: il film non passerà certo alla storia, ma noi ce ne possiamo andare a dormire felici e contenti perché abbiamo finalmente scoperto che non serve farsi togliere una costola, come si favoleggiava qualche tempo indietro facesse qualcuno, per riuscire nell'impresa.

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