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Wolverine: L'immortale - Recensione

Il ritorno di Hugh Jackman nei panni del più famoso mutante della Marvel dà vita ad un comic-movie che offre un discreto intrattenimento con forse troppi limiti

Ultimamente la Marvel, in campo di film tratti dai fumetti, non sta scherzando, e sforna almeno due titoli all’anno. Certo è che la saga dedicata ai mutanti dell’universo Marvel è in mano alla Fox, e a meno di colpi di scena non vedremo connessioni con l’universo narrativo di film come The Avengers.
Con questo Wolverine: L’immortale si torna nell’universo dei mutanti di casa Marvel. Il film è il seguito di X-Men: Conflitto finale, e vede Wolverine in un esilio autoimposto che viene richiamato da una sua vecchia conoscenza in Giappone.
Il lungometraggio presenta il solito cast già visto nei precedenti capitoli, con molti richiami alle altre pellicole della saga. Lo sviluppo narrativo, per quanto potrebbe risultare interessante, non è trattato bene, e il fatto che il film venga ambientato in Giappone, e che Wolverine non conosca il giapponese, riduce notevolmente il numero di battute del mutante canadese. È anche da considerare che Logan non è un personaggio che si spreca molto in parole, e quando può risolve i problemi sfoderando gli artigli. Il pregio principale del film sono appunto le scene d’azione: intrattengono e convincono e sono coreografate decisamente bene.
Oltre alla scrittura, abbastanza povera, un altro problema che affligge il film è il montaggio, che ci è sembrato poco efficace in diversi punti e che avrebbe meritato maggiore accortezza.
Per quanto riguarda gli ambienti, essi sono tutti molto curati, rispecchiando la bellezza delle ambientazioni giapponesi, dalle città fino ai paesi di aspetto decisamente più tradizionale. Oltretutto, in Wolverine: L’immortale, viene immortalata Nagasaki, distaccandosi dai grandi film che la rappresentano come la Hiroshima post-bomba atomica.
Il 3D invece, come da tradizione, è un’aggiunta inutile al film, che gonfia il prezzo del biglietto ma non dà nulla in cambio, se non un lieve mal di testa alla fine della proiezione. Purtroppo il 3D di questo film non solo è inutile, ma presenta anche parecchi problemi, 'sfarfallando' al cambio di inquadratura e rendendo quindi la visione ancora più fastidiosa.

In conclusione, Wolverine: L’immortale è una pellicola dalla scrittura povera e con alcune insufficienze nella realizzazione, ma riesce un minimo ad intrattenere, con scene d’azione girate con tutti i crismi. Può piacere ai fan Marvel, purché non si aspettino un film al livello di X-Men - L’inizio, e anche a chi di Marvel non conosce niente tranne che i capitoli precedenti della saga sui mutanti della casa delle idee.

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