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Il grande e potente Oz

Sam Raimi a marchio Disney sfoggia un 3D favoloso e curato per raccontare le origini del mago creato da L. Frank Baum: Il grande e potente Oz possiede un impianto visivo che non può non colpire lo spettatore

Si torna nel mondo di Oz, stavolta a ritroso.
Quando
Oscar Diggs, il mago di un piccolo circo con un’etica dubbia, fugge dal polveroso Kansas per approdare nel favoloso mondo di Oz, pensa di aver finalmente dato una svolta alla sua vita. Fama e fortuna sono a portata di mano, almeno finché non incontra tre streghe, Theodora, Evanora e Glinda, che non sono affatto convinte che lui sia il grande mago che tutti stavano aspettando. Nonostante sia reticente, Diggs viene coinvolto nei problemi del mondo di Oz e dei suoi abitanti e dovrà scoprire chi è buono e chi è cattivo prima che sia troppo tardi. Usando le sue arti per creare illusioni e magia, con un pizzico di ingenuità, Oscar trasformerà se stesso nel grande e potente mago di Oz, oltre che in un uomo migliore.
Il grande e potente Oz può essere considerato un vero e proprio prequel del capolavoro girato da Victor Fleming nel 1939 con Judy Garland, che va ad analizzare le radici di un illusionista da fiera che riesce a diventare grande e potente in un mondo dapprima sconosciuto. 
Se è vero che il dipanarsi della trama lascia un po' a desiderare perché prevedibile e un po' scontata, questo film possiede un impianto visivo che non può non colpire lo spettatore: colori vivacissimi, 3D curatissimo e accattivante, e l'impronta registica di un Sam Raimi sempre riconoscibile. Il paragone con l'Alice in Wonderland di burtoniana natura è inevitabile (sia perché prodotto a marchio Disney che per la scelta di puntare tutto sull'azione nel contesto visivo), ma questo Oz è meno cupo e gotico, leggermente più 'di cuore'.
James Franco e Michelle Williams sono una benedizione per
gli occhi e talenti rari, decisamente più deboli invece le figure delle antagoniste Rachel Weisz e Mila Kunis, incapaci di trasmettere la giusta dose di malefica ironia che ogni 'cattivo' dovrebbe possedere.

In sostanza possiamo dire che sì, vale il prezzo del biglietto, ma
c'è un 'però': se da bravi nostalgici vi aspettate un film dalle atmosfere pregne di idealismo romantico e stupore fanciullesco, come fu per Il mago di Oz del 1939, beh... sarà scontatissimo, ma i tempi sono cambiati. Vi aspetterà invece un prodotto piacevole, ben confezionato, calibrato Disney, che assicurerà risate e tenerezza destinate a durare il tempo di un cheeseburger.

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