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Cenerentola - Recensione

Una immagine di Cenerentola (2015) di Kenneth BranaghKenneth Branagh porta sullo schermo il classico Disney in una versione live action che da una parte non dispiacerà ai nostalgici e dall’altra farà felice le nuove generazioni

Nel 1950 la Disney era alle prese con grandi problemi finanziari dovuti agli scarsi introiti fatti registrare al botteghino dai suoi film subito dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. L’ultimo successo della major risaliva all’uscita di Bambi (1942). Il budget dei film era limitato, tanto che per ridurre i costi di produzione si ricorreva all’utilizzo di attori in live action come modello per le animazioni. Cenerentola segnò una svolta per la Disney: alla sua uscita divenne uno dei maggiori successi della Casa di Topolino dai tempi di Biancaneve, permettendole di imporsi nel mondo dell’animazione. A distanza di sessantacinque anni, il film ritorna sugli schermi in un adattamento live action che porta la firma alla regia di Kenneth Branagh.
La protagonista della nuova versione è Ella (Lily James), chiamata Cenerentola dalle sorellastre. Dopo la morte della madre prima e del padre poi, la ragazza vive come serva della sua matrigna (interpretata da Cate Blanchett). Un giorno incontra per caso il principe Kit (un Richard Madden conosciuto principalmente per il ruolo di Robb Stark ne Il trono di spade). Ella se ne innamora, ma la matrigna e le sorellastre fanno di tutto per tenerla lontana da palazzo ed evitare che rincontri il principe.
Una regia moderna e le scenografie sfavillanti curate in ogni minimo dettaglio ci regalano atmosfere magiche da regno fuori dal tempo quasi più adatte ad un film d’animazione che a un live action: se l’obiettivo di Cenerentola era quello di risvegliare l’immaginario del 12esimo classico della Disney (uno di quei film che vivono nei ricordi di milioni di persone), possiamo dire che Branagh e gli attori sono riusciti nell’impresa.

Questo adattamento di Cenerentola riesce a reintrodurre una fiaba senza tempo adattandola alla sensibilità delle nuove generazioni, grazie ad un uso della computer grafica e degli effetti visivi in generale che si integra abbastanza bene con le caratteristiche del classico d’animazione. Certo, può risultare scontato ad un pubblico adulto, ma il target principale della pellicola è quello dei più giovani.

P.S.: Piccolo appunto per Frozen Fever, il nuovo cortometraggio sul film Frozen, vincitore di un Oscar nel 2014. Si potrà vederlo prima di Cenerentola: dura 7 minuti, vede riunito il team originale di produzione e contiene una canzone inedita. Il corto è ben fatto e divertente, ed è un’ottima aggiunta alla visione del film di Branagh.




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1 commento

  • IlCinemaniaco79
    IlCinemaniaco79 Martedì, 10 Marzo 2015 16:06 Link al commento Rapporto

    Da Kenneth Branagh non mi sarei aspettato che si mettesse a dirigere Cenerentola... Ma che fine ha fatto il regista dello splendido Amleto? Questo lo salterò volentieri.

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