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Crazy, Stupid, Love

La locandinaSteve Carell, tradito e abbandonato dalla moglie Julianne Moore, inizia a prendere lezioni di vita dal dongiovanni Ryan Gosling con esiti tragicomici. Commedia brillante dove sarcasmo e colpi di scena non mancano mai

Il timido quarantenne Cal (Steve Carell) crede che la sua vita sia perfetta. Una bella casa, dei figli adorabili e un lavoro appagante, nonché una moglie, Emily (Julianne Moore) che ama da venticinque anni. Ma quando lei gli confessa che l'ha tradito con un collega e vuole il divorzio, Cal inizia ad avere una profonda crisi esistenziale. Comincia  a frequentare un locale e sera dopo sera, sbronza dopo sbronza, conosce Jacob (Ryan Gosling), bello e dannato, sciupafemmine seriale dal fascino misterioso, che gli insegna le strategie per essere un uomo più consapevole: nuovi vestiti, nuovo atteggiamento, nuove donne. Insomma una rivoluzione per Cal che tuttavia spera ancora in una riconciliazione con l'ex moglie. Parallelamente seguiamo le vicende di Robbie, il figlio tredicenne di Cal ed Emily, innamorato della sua giovane baby sitter Jessica, la quale a sua volta ha preso una cotta per il maturo Cal.
Hannah invece è una ragazza che vorrebbe sposarsi ma non incontra mai l'uomo giusto, anzi proprio quando crede di essere incappata nell'ennesimo flop, il dongiovanni Jacob, scopre che le relazioni possono riservare molte sorprese... Il colpo di scena finale ci ricorda che nella vita niente sembra essere scontato.

Glenn Ficarra e John Requa, gli stessi auturi di Babbo Bastardo e Il mago della truffa, fedeli alla loro scrittura irriverente, dirigono Crazy, Stupid, Love, un mix ben congeniato di humour al vetriolo, vicende piene di ritmo e colpi di scena, che rendono questa commedia spumeggiante come poche, dove romanticismo e comicità formano un'accoppiata vincente.
Ryan Gosling e Emma StoneSe le commedie romantiche erano un vezzo ad appannaggio esclusivo delle donne, create per un pubblico femminile e con protagoniste del gentil sesso, questo film conferma l'attuale inversione di tendenza: i protagonisti infatti sono uomini e tutte le vicende sono raccontate dal loro punto di vista, un approccio narrativo per comprendere che l'incapacità di relazionarsi è una zavorra toccata in sorte anche ai maschietti, non più così convinti della loro supremazia. E così l'introverso Steve Carell, bisognoso di reinventarsi come maschio, e il vincente Ryan Gosling, si supportano a vicenda perché, anche se apparentemente in antitesi, si riconoscono affini nelle rispettive fragilità e solitudine.
Una scelta apprezzabile degli autori è di aver dato vita ad una sceneggiatura che interseca vicende umane di più generazioni, creando un amalgama narrativo e tematico ben strutturato e fluido, che può interessare differenti target di pubblico, dagli adolescenti, passando per i trentenni, fino ai quarantenni. Insomma non solo puro divertimento, ma anche una serie di "prove esistenziali" che tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo dovuto affrontare (l'amore non corrisposto, il tradimento, la fragilità, le delusioni), in questa pellicola mai banalmente descritte.
Tutto il cast è in sintonia e riccamente assortito. Se Carell e il nuovo sex simbol Gosling (oramai un'icona di fascino per il pubblico femminile) formano una coppia cinematografica frizzante, anche tutti gli altri, come la Moore, Emma Stone, Marisa Tomei e Kevin Bacon, ci regalano delle scene memorabili, equilibrate e di buon gusto, dove la comicità intelligente rende il film umano, riuscendo a toccare corde emotive che non ci saremmo mai aspettati da una commedia mainstream.
Una ventata di novità nel panorama hollywoodiano, che di sicuro sarà amata da un vasto pubblico.

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