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Buried - Sepolto

BuriedThriller ad alta tensione di Rodrigo Cortés. Un autista americano è sepolto in una cassa a tre metri sottoterra in Iraq: i suoi rapitori vogliono un riscatto dal governo Usa. L’uomo ha con sé solo un cellulare, una matita e un accendino, riuscirà a salvarsi?

Paul è un giovane autista di nazionalità statunitense che per mantenere la famiglia si trasferisce in Iraq a lavorare. Il film è ambientato interamente in una cassa a tre metri sottoterra, dove l’uomo è stato rinchiuso da alcuni iracheni che gli chiedono cinque milioni di dollari come riscatto per rilasciarlo. Paul ha novanta minuti di ossigeno e per cercare aiuto ha con sé solo un cellulare, una matita, una torcia e un accendino. Ma le sue telefonate sembrano non portare a nulla, finché non riesce a mettersi in contatto con uno dei capi dei servizi segreti americani che gestisce l’unità di crisi in Iraq. Da qui la disperata ricerca per portarlo in salvo, ma non tutto sembra andare come previsto…

Il pretesto drammaturgico della sepoltura da vivi sembra essere una costante nel cinema e nella letteratura. Dai racconti di Edgar Allan Poe, fino al più contemporaneo Kill Bill di Quentin Tarantino, questo tema ha sempre affascinato scrittori e registi per le simbologie legate al senso di claustrofobia, alla paura di essere costretti in uno spazio fisico angusto dove la sopravvivenza è scandita da un conto alla rovescia. Paure ancestrali insomma che in Buried si manifestano non solo attraverso l’angoscia del protagonista, ma vengono proiettate direttamente sullo spettatore che interagisce con il protagonista, contando assieme a lui i minuti di aria che gli restano.
Ryan ReynoldsIl regista Rodrigo Cortés - al suo secondo lungometraggio - riesce a costruire un plot credibile e alienante in un unico luogo fisico, una bara, in quasi due ore di palpabile angoscia sempre alta e senza cadute di suspense.
Al cinema è molto complicato costruire un intero film attraverso un’unità di luogo, tempo e spazio, ma Cortés riesce a infondere quel senso di perdizione in maniera efficace, restituendoci un’opera che non è solo il resoconto dell’istinto di sopravvivenza primordiale, ma anche la descrizione, portata all’estreme conseguenze, della nostra difficoltà di vivere e delle esperienze di vita quotidiana che ognuno di noi deve affrontare nella sua esistenza. E infatti Paul inizia a telefonare a tutti ma non riesce a interagire con nessuno: dalle istituzioni che non gli credono o lo rimpallano da un ufficio ad un altro, alla compagnia telefonica che lo mette perennemente in attesa, oppure al suo datore di lavoro, che sembra essere interessato più a quanto dovrà pagare per i danni che alla vita del suo dipendente. Drammi comuni di molte persone, condensati in un’amara ironia e inseriti in un contesto estremo, che rendono ancora più profondo il senso del film, aumentando i rimandi extratestuali e le connotazioni sociali.
Ma la denuncia non parte solo da questi impedimenti pratici. Paul ripete più volte che è stato mandato in un paese di guerra per guadagnare di più e che gli furono dette enormi bugie sulla reale sicurezza del suo lavoro da autista. Insomma la guerra è fatta dai potenti ma è sempre la povera gente che ci rimette la pelle, uno sfruttamento che ha origini antiche, ma ritorna nelle cronache anche in questi ultimi anni, soprattutto in Iraq e Afghanistan, dove migliaia di soldati e civili hanno perso la vita con la speranza di un futuro migliore. Un problema molto sentito negli Stati Uniti, l’espressione di un malessere sociale che colpisce gli strati più poveri della popolazione, che non ha niente da perdere se non l’illusione di uno stipendio molto alto. Il sottotesto politico di questo film si fa sentire e corre parallelamente al terrore del protagonista, in grado di gestire la situazione senza perdersi d’animo. Ogni gesto e ogni parola sono scandite con un flusso di energia sempre presente, come a farci capire l’enorme potenzialità dell’essere umano di fronte ai drammi della vita.
Un film che non è solo un thriller ben costruito, ma anche un racconto ricco di rimandi filosofici e metafore sul senso della vita e sulla caduta delle illusioni, sullo sfruttamento dei più deboli e sulla violenza della guerra.

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