Extra cinema: speciali, interviste, approfondimenti e rubriche

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniExtra cinemaNapoli esoterica

Napoli esoterica

Il regista e la protagonista di Vitriol"Non tutta la spettacolarità è americana: perché tsunami, alieni e mostri possono esistere solo in film d'oltreoceano?", si chiede Francesco Afro De Falco, che ci presenta il suo ambizioso esordio cinematografico, Vitriol, un viaggio nella Napoli esoterica a mo' di docu-fiction

Vitriol è un progetto ambizioso, una matrioska di linguaggi (cinema, documentario, reality) pensato ed ideato da un gruppo di giovanissimi campani, tutti al di sotto dei trent'anni. Le carte in tavola sono molteplici: la riscoperta di una Napoli diversa da quella su cui si focalizzano di solito i media, spunti alchemici e magici, e persino qualche tonalità che strizza l'occhio ad horror ed action-movie: tutto questo in dichiarato low-cost.

Abbiamo incontrato il regista Francesco Afro De Falco, insieme allo sceneggiatore Giovanni Mazzitelli e al produttore Salvatore Mignano, per parlare del film (in uscita il 15 novembre) in occasione della sua presentazione a Roma.
 
Come è nato il progetto filmico in sé?
Salvatore Mignano: Questo film l'abbiamo voluto in tanti: è un progetto giovane, pieno di giovani e per i giovani. Sono orgoglioso di aver sostenuto un lavoro che è anche un'opera prima, ma soprattutto di aver sostenuto nuovi nomi: i produttori non dovrebbero fossilizzarsi sui soliti noti, anzi. Aiutiamo i giovani!
 
Come nasce, invece, il progetto dal punto di vista artistico?
Francesco Afro De Falco: Il progetto è partito da una ricerca personale della Napoli esoterica, per poi parlare più specificatamente del Principe di San Severo. Per toccare certi argomenti, ci siamo serviti di due ricercatori che avevano fatto delle riprese molto valide, e alcuni di questi spezzoni sono presenti all'interno del film rivisitati con linguaggio cinematografico. E' stato stimolante, e ci tengo a sottolineare la bravura dei giovani campani in ambito artistico, che si sforzano di far vedere una Napoli diversa da quella che raccontano di solito i media. Purtroppo, facciamo spesso una cattiva pubblicità della nostra città e parliamo poco della sua meravigliosa storia e del suo patrimonio artistico. In parte, questo film è anche un contributo per rispolverare una Napoli dimenticata.
 
Avete intenzione di andare avanti a produrre generi su questo filone?
Giovanni Mazzitelli: Il progetto vero e proprio è quello di creare una sorta di factory di cui questo primo film rappresenta un po' la sua 'mission'. L'intento è quello di garantire ai giovani un futuro e destare l'interesse delle case di produzione anche nei riguardi dei giovanissimi.
 
Il tema che avete scelto è molto particolare. Parlatecene un po'...
Giovanni Mazzitelli: Il tema delle viscere della terra alchemiche ci ha affascinato come materia culturale e metafisica: scoprendo una città occulta, è come se ognuno di noi scoprisse il proprio interno occulto. Il ritrovamento dell'Arcadia è un po' il ritrovamento di se stessi.
 
Molte scene del film, soprattutto sul finale, ricordano Indiana Jones: quanto vi siete ispirati al film di Steven Spielberg?
Francesco Afro De Falco: Ispirati non proprio. Diciamo che non tutta la spettacolarità è americana: perché tsunami, alieni e mostri possono esistere solo in film d'oltreoceano e non a Napoli? Noi speriamo sia comunque credibile che una cosa del genere possa accadere anche in una città di 'routine', è la nostra sfida più difficile... una vera e propria scommessa. Abbiamo cercato di rendere certi momenti spettacolari il più sobri possibile, anche perché mettere in scena situazioni troppo complesse sarebbe stato anche impossibile per il budget limitato. Ma budget limitato non significa certo mancanza di idee!
 
Il finale decisamente aperto lascia intendere ad un sequel?
Francesco Afro De Falco: Non ci abbiamo pensato, ma lo speriamo. Sarebbe bello trarre da questo film una miniserie per la televisione: le possibilità ci sarebbero tutte, e Napoli è una città da cui si può attingere a piene mani per dieci, anche quindici anni di riprese.
 
 

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.