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La strana coppia

Una immagine tratta da Ernest & CelestinePresentata a Roma Ernest & Celestine, una favola d'altri tempi tra la penna di Daniel Pennac e la verve di Claudio Bisio. "Sono molto legato alla storia della topolina Celestine e dell'orso Ernest", dice lo scrittore francese. E Bisio: "Nel doppiare Ernest sono stato più fedele alla mia voce"

In una location di grande fascino ed eleganza, come l'Ambasciata di Francia, si è svolta la presentazione del film d'animazione Ernest & Celestine. Nella sala stampa dell'edificio, sito nel pieno centro di Roma, si nota tra i partecipanti alla conferenza una certa smania e impazienza nell'attendere l'arrivo dello sceneggiatore, il famoso scrittore transalpino Daniel Pennac, e del noto comico e presentatore di casa nostra Claudio Bisio, voce italiana di uno dei due protagonisti.
I due entrano in sala e la tensione per l'attesa si smorza, anche grazie ad un paio di battute a bruciapelo lanciate da Bisio. Pennac, un autentico pilastro della letteratura contemporanea francese, è accompagnato dall'interprete e con il piglio di chi sa e sa di sapere racconta, rigorosamente in madre lingua, come è nato il progetto di Ernest & Celestine.

Daniel Pennac, cosa l'ha spinta a partecipare al film?
Daniel Pennac: La storia come sapete è tratta dalla serie omonima del disegnatore belga Gabrielle Vincent, che creò i primi episodi negli Anni '80. Io dal canto mio sono molto legato alla storia della topolina Celestine e dell'orso Ernest, perché la raccontavo tanti anni fa a mia figlia e mi immedesimavo molto nei due personaggi, rivedevo nel loro dualismo il rapporto tra me e mia figlia, quindi accettare la proposta di sceneggiare il film è venuto da sé.

Come avete fatto a far coesistere temi molto importanti come l'integrazione e il bisogno di fare un film per bambini?
D.P.: Non volevamo dare un insegnamento o una morale perché così non sarebbe stata più un'opera d'arte, bensì volevano rendere il tutto interpretabile e far scaturire dal film vari aspetti che lo spettatore può desumere senza soffermarsi obbligatoriamente su un solo aspetto.
 
Claudio Bisio, come si è trovato a doppiare l'orso Ernest?
C.B.: Beh, molti non sanno che negli ultimi anni la mia attività di doppiatore si è intensificata, malgrado agli inizi della carriera fossi stato scartato ripetutamente in vari provini di doppiaggio. Ultimamente ho doppiato il bradipo de L'era glaciale, ma non ero facilmente riconoscibile, visto che dovevo storpiare il timbro di voce, invece nel doppiare Ernest sono stato più fedele alla mia voce e credo che si sia avvertito.
 
Si dice che voglia portare al cinema una delle opere di Pennac, è vero?
C.B.: Con Daniel ci conosciamo da anni e io conosco praticamente tutte le sue opere... In realtà l'idea di fare un film su uno dei suoi scritti c'è e qualche anno fa la stavo perseguendo. Parlo al passato perché il piacere di portare su pellicola Pennac c'è sempre, ma con il tempo mi son reso conto che è molto difficile, perché si fa spesso uso di metafore e non è facile tradurle in immagini.
 
D.P.: In Francia un giovane regista sta portando al cinema Il paradiso degli orchi e mi son reso conto che, rispetto agli altri registi che hanno tentato di tramutare i mie libri in film, sta trovando una coerenza nel tramutare tutto in immagini perché usa un pensiero poco psicologico e più figurativo.
 


 
 

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