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Bianco, rosso e Scicchitano

Filippo Scicchitano (Scialla!), insieme a Luca Argentero e Flavio Insinna, ci racconta l'approccio a un tema tanto delicato come la malattia, al centro di Bianca come il latte, rossa come il sangue, un film che vuole far ridere e allo stesso tempo far riflettere, in uscita il 4 aprile

Attori, regista e autore del libro best-seller dal quale il film è tratto: c’erano proprio tutti alla conferenza stampa romana di presentazione di Bianca come il latte, rossa come il sangue, pellicola che segna il ritorno al cinema del regista Giacomo Campiotti dopo sette anni di fiction. Un film che fa ridere e piangere allo stesso tempo, tratto dal best-seller di Alessandro D'Avenia.

Filippo, che emozioni hai provato a interpretare il protagonista?
Filippo Scicchitano: Molta compassione nei confronti del personaggio di Leo e delle difficoltà che deve affrontare. Non avevo letto il libro prima che mi offrissero il ruolo ed è la prima volta che interpreto un film tratto da un romanzo. Nella mia recitazione ho provato a cercare più punti in comune possibili tra la sceneggiatura e il testo.

Luca Argentero interpreta il prof. dei sogni, quello che tutti noi vorrebbero incontrare?
Luca Argentero: Prima di iniziare le riprese ho trascorso alcuni giorni in classe insieme ad Alessandro D’Avenia, professore e autore del romanzo. Sono rimasto piacevolmente stupito da lui e dai suoi allievi e mi sono reso conto che quello dell’insegnante è un mestiere difficile. Soltanto dimostrando passione per ciò che si fa si riesce a entrare in empatia con i ragazzi, specialmente in un’età come quella adolescenziale, in cui non puoi sbagliare: tutto ciò che dici ha un peso per loro, i giovani di oggi non sono così superficiali come qualcuno pensa.

Alessandro D’Avenia: Avere Luca a scuola ha creato non pochi problemi di ordine; e non mi riferisco tanto alle allieve, quanto alle colleghe! Scherzi a parte, è stato importante lavorare tutti assieme anche alla sceneggiatura: con Fabio Bonifacci e i miei allievi. Questi ultimi hanno costituito parte integrante della storia raccontata nel film e hanno addirittura contribuito a creare dei personaggi.

Per Flavio Insinna com’è stato interpretare il ruolo del padre?

Flavio Insinna: Leggere libro e sceneggiatura è stato molto doloroso, come far scorrere un fiume di sentimenti che ha riportato alla mente sofferenze legate alla perdita di persone care. Nel ruolo del padre del protagonista mi sono ispirato a mio padre, anche perché Leo mi ricorda com’ero io a sedici anni: tornavo alle 4 di notte e andavo male a scuola. Ai giovani protagonisti di questo film auguro di poter fare un percorso diverso dal mio, di non abbandonare gli studi e coltivare da subito il loro grande talento!

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