Nameless Gangster: Rules of the Time (Torino Film Festival 2012 - Festa mobile)
- Scritto da Davide Parpinel
- Pubblicato in Asia
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Busan, Corea del Sud, inizio anni Ottanta. Un potere criminale che gestisce droga, gioco d'azzardo e divertimento si estende per tutta la città. Un procuratore federale zelante vuole smascherarlo con ogni mezzo, anche se ciò implica pestare i piedi a potenti malavitosi. Nelle sue ricerche incontra Ik-hyun, ex funzionario della dogana che nel giro di pochi anni è riuscito a creare un impero criminale insieme al freddo e spietato boss Hyung-bae. Attraverso le indagini si ripercorre la vita di questi due uomini e di tutto un tessuto malavitoso forte e imponente fatto di ripicche, violenze, tradimenti e semplicità.
La nuova pellicola del giovane regista sudcoreano Yun Jong-bin è un'epopea criminale non certo drammatica o violenta ma sicuramente divertente e spassosa. Si ride abbastanza spesso perché il protagonista, il boss ex funzionario Ik-hyun, l'illustre Choi Min-sik, è un uomo qualunque che goffamente e in maniera impacciata tenta di scalare il potere. Nameless Gangster: Rules of the Time è distante dalla narrazione di un certo cinema di superuomini nati con la capacità divina di essere criminali, anzi racconta di persone normali, astute, furbe, in grado di utilizzare cavilli e idee geniali per uscire da situazioni pericolose ma che, in particolare, hanno saputo sfruttare gli eventi.
Il ventennio Ottanta-Novanta nella vita sociale e storica di Busan si ricorda come l'epoca del denaro e dei soldi fatta da uomini in grado di girare a loro favore il destino. I criminali di Yun Jong-bin sono figli di questo periodo in cui in Corea del Sud chiunque con la propria convinzione e idea poteva cambiare lo stato di cose. Bastava una piccola intuizione per modificare la storia soprattutto in ambito criminale in quanto non esisteva una vera e propria lotta al crimine, come dimostrato nel film, sicché tutto ciò che accade nella pellicola appare naturale e consequenziale.
Nameless Gangster è quindi un film leggero ma intenso come l'incidenza del regista. Lascia che gli eventi si spieghino da soli, che il potere drammatico e affascinante di quegli anni conquisti lo spettatore. Restituisce una visione di insieme, un'atmosfera e lancia un interrogativo. Le persone stavano cambiando in conformità al periodo oppure stavano cambiando il mondo? La storia ha fornito la risposta, ma Yun Jong-bin no, dato che non vuole né giudicare né esaltare l'astuzia dell'uomo, ma solo proporre uno spaccato della storia della sua città.