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Intervista al regista Takashi Miike e agli interpreti Sota Fukushi e Hirona Yamazaki per As the Gods Will

Racchiuso nei suoi occhiali da sole, Takashi Miike ha risposto ad alcune nostre domande in relazione al suo cinema e in particolare alla sua ultima fatica, presentata in anteprima mondiale al Festival di Roma 2014. Ad accompagnarlo in questa avventura una efficentissima produzione, l'idolo Sota Fukushi e la giovane attrice Hirona Yamazaki

Quando parla del Giappone di oggi, il maestro Takashi Miike afferma che i giapponesi vivono nel benessere e nella quiete più totale. L’atmosfera che pervade le principali città nipponiche è di una calma così piatta che nessuno sembra accorgersi degli elementi di crisi e malessere che attraversano le vite degli adulti e soprattutto dei giovani. La sensazione, quindi, secondo il regista, è che stia per arrivare un temporale a sconvolgere tutto. E' più che un presentimento, sembra quasi una speranza, una necessità, un aiuto in grado di svegliare le coscienze di ognuno.
As the Gods Will (Kamisama no iutoori),presentato al Festival di Roma 2014, in occasione dell’assegnazione a Miike del Maverick Director Award, è tratto dall’omonimo manga. Storia di un gruppo di studenti liceali annoiati dalla monotonia delle loro vite che si ritrovano a dover superare delle prove mortali per restare in vita. Sotto la facciata di un film surreale e nonsense pervaso da omicidi ed esplosioni di sangue la pellicola, contrassegnata dall'inconfondibile stile di Miike, propone la personale ricetta del regista per rianimare il suo Giappone.

Per parlare del film e di molto altro, abbiamo incontrato lui e i due attori protagonisti, Sota Fukushi e Hirona Yamazaki.

Takashi Miike, cosa pensa dell'assegnazione del Maverick Award, un premio che celebra i registi non convenzionali come lei, autore fuori dagli schemi e sempre originale?
Takashi Miike: Non mi considero né fuori dagli schemi, né un cineasta non convenzionale. Piuttosto penso che la mia peculiarità sia quella di gravitare attorno a schemi consolidati per poi allo stesso tempo non avvicinarmene mai. Sono, quindi, molto felice del premio del festival che vuole celebrale esattamente questa mia caratteristica.

Sappiamo che As the Gods Will è tratto da un manga. Le è stato commissionato oppure è stato lei a proporre alla produzione il testo e quali sono gli aspetti narrativi, ideologici, cinematografici che l’hanno affascinata?
T.M.: Ero già a conoscenza dell’esistenza del manga, ma non pensavo che potesse esistere un produttore così folle da finanziare il progetto (ride divertito guardando il produttore Hisashi Usui della Toho Co., che a sua volta scoppia in una risata). Il tema del manga, l'inerzia che sembra soffocare le vite dei più giovani, mi ha sorpreso per la sua completezza, in quanto in poche pagine riesce a riassumere alcune riflessioni che mi stimolano nella realizzazione dei film.

Sota Fukushi e Hirona Yamazaki, come avete strutturato le vostre interpretazioni? Per vestire i panni di due studenti che finiscono in un gioco mortale, avete preso spunto dal vostro vissuto personale?
Sota Fukushi: Non è passato molto tempo da quando ho finito la scuola, quindi ho ben presente nella mente quel mondo e quel periodo non proprio facile. In realtà, però, sul set ho lasciato che il maestro Miike indirizzasse la mia interpretazione in quanto il mio personaggio, Shun, deve compiere delle azioni/reazioni in base a quanto accade nella storia.

Hirona Yamazaki: C
onsiderando l’ambiente travolgente in cui sono catapultati i personaggi, più che di studenti parlerei di vittime. A parte i suggerimenti del regista, l’unico vero aspetto che ho cercato di sviluppare facendomi aiutare dalle mie esperienze personali passate, è la velata storia d’amore tra il mio personaggio, Ichika, e quello interpretato da Sota, Shun.

Miike, come costruisce il suo rapporto con gli attori e quanto dell’esperienza di relazione con loro riversa nel film?
T.M.: Mi relaziono molto con i miei attori, ma non per spiegare loro la storia o come interpretare le scene, ma per trarre da loro forza ed energia. Loro ricaricano me come essere umano e come regista a tal punto che riesco a creare storie così fitte ed articolate, come in As the Gods Will, e condensarle nei tempi del cinema.

Ha in mente un seguito del film, visto il finale aperto, e in tal caso con quali personaggi vorrebbe continuare la storia?
T.M.: Considero ogni mio film completo e chiuso dal punto di vista narrativo. Lascio la sua eredità al pubblico che spero possa ragionarci molto, per continuare, così, a vivere ancora a lungo. Al momento, quindi, non ho in mente un sequel di questa storia.

 






 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(Clicca sulle immagini per ingrandire)

 

 

 

Una clip della nostra intervista


Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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