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Intervista a Eugene Domingo (prima parte)

Cronaca di un intervistatore riluttante, con l’affettuosa partecipazione di Eugene Domingo: una conversazione fuori dagli schemi per parlare con una delle attrici più apprezzate all'ultimo Far East Film Festival di Udine


PRIMO INCONTRO.
L’intervistatore: Ciao Eugene, come stai? Che bello rivederti. Ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti un paio d’anni fa. Siamo anche amici di Facebook…
Eugene: Ciao! (Non ricorda ovviamente chi sia l’importunatore ma finge confidenza, con grande presenza di spirito) Tu come stai? Ti posso presentare i miei amici? Il regista Chito Roño e la regista Siege Ledesma.
L’intervistatore: Piacere.
Loro: Piacere.
L’intervistatore: Ti fermi qualche giorno? Sono qui con un po’ di amici, tutti tuoi fan, e ci farebbe molto piacere invitarti a cena, una sera. Che ne dici?
Eugene: (Gentilissima e attorialmente dispiaciuta) Sarebbe bello ma sai... Non so… Con l’organizzazione… E’ difficile. Perché non ti unisci tu a noi, una volta?
L’intervistatore: (In panico per il timore di fare la figura dell’imbucato) Oh, grazie. Ma sai anch’io… Devo vedere i film… Sai, scrivo… Beh, allora ci vediamo in giro.
Eugene: OK, ci vediamo.
L’intervistatore: Ciao

SECONDO INCONTRO.
L’intervistatore: Ciao Eugene, cosa stai facendo di bello?
Eugene: Ciao Danilo! Sono dei braccialetti arcobaleno. Voi in Italia li chiamate scooby-doo. Nelle Filippine li chiamiamo… (non memorizzato). Ne vuoi uno anche tu? Scegli i colori.
L’intervistatore: (Emozionato) Per me?! Oh, che gentile, grazie. Allora direi… blu, bianco e grigio.
Eugene: (Prende tre campioni e li mette da parte) Come mai sei qui. E’ finito il film?
L’intervistatore: No, sono uscito perché… sai ci sono i bambini ed io detesto i film con i bambini.
Eugene: Ah... (Incuriosita) E perché?
L’intervistatore: (Inizia a sudare) Perché… sai… li trovo un po’ troppo ‘facili’. (Mannaggia, come si dice ruffiani in inglese?) I bambini sono così carini… Tutti li amano… Sai com’è…
Eugene: Ma tu hai visto Kimmy Dora, no?
L’intervistatore: Ah, sì, bellissimo. Mi ero divertito un sacco. E’ con quel film che ti abbiamo conosciuta, qui a Udine. O almeno io…
Eugene: Beh, lei era come… una bambina. Non trovi?
L’intervistatore: Beh, sì. Ma non la era, in realtà. (Come faccio a dirle col mio inglese grezzo che i film con i bambini fanno appello a un sentimento genetico, collettivo e che li considero una… ruffianata. Ma come si dice in inglese?! Devo cambiare discorso). Ehm… E’ tanto che fai l’attrice? Come hai cominciato?
Eugene: Beh, al college ho studiato recitazione. Poi iniziato con le soap. Soap, soap, soap. Tutti iniziano con le soap. Nelle Filippine vanno molto. Quindi ho continuato con i film e adesso conduco anche un programma televisivo
L’intervistatore: Davvero?
Eugene: Sì, si chiama Celebrity Bluff. E’ molto divertente. E ho recitato anche a teatro.
L’intervistatore: Eh, era una cosa che volevo chiederti. Credevo infatti che provenissi dal teatro...
Eugene: Amo moltissimo il teatro. Ho fatto Bona, di recente, a Manila. E lì era un'emozione nuova ogni sera. Però, sai...  Bisogna pur vivere e col teatro non riesci.
L’intervistatore: Eh, immagino...
Eugene: Sono un po’ spaventata per il mio film che proietteranno domani.
L’intervistatore: Perché?
Eugene: Beh, tu e gli altri mi conoscete soprattutto come attrice di commedie. Questo film è molto diverso…
L’intervistatore: Non ho dubbi che sarai straordinaria come sempre. In The Woman in the Septic Tank hai mostrato una versatilità eccezionale. Andrà tutto bene, vedrai.
Eugene: Sei troppo gentile. Senti, ieri hai detto che eravamo amici di Facebook. Strano perché io non ci sono su FB. Cioè non si sono col mio nome.
L’intervistatore: (Mascella caduta) No, ma dai... Ti ho scritto... (Ma quanto sono scemo. Era ovviamente uno dei tanti fake di FB) Guarda... Ecco qui: Eugene Domingo!
Eugene: Non sono io.
L’intervistatore: Ah...
Eugene: Mi dicevi che devi scrivere. Cosa scrivi?
L’intervistatore: Scrivo per una rivista di cinema on line LinkinMovies, la conosci? (Ovvio che non la conosca. Tu conosci le riviste di cinema filippine? Ma è l'inglese che mi rende più stupido del solito?).
Eugene: No, mi spiace.
L’intervistatore: (Certo che no, bestia che non sono altro) Ah, a proposito, se non ti dispiace vorrei farti una specie d'intervista, ma va bene anche una chiacchierata come questa...
Eugene: Hai già parlato con Valentina? Conosci Valentina, vero? E’ lei che schedula le interviste.
L’intervistatore: No… ma se per te va bene, possiamo fare una cosa meno formale…
Eugene: Purtroppo per le interviste c’è una prassi. Sono loro che decidono chi e i tempi…
L’intervistatore: (Com’è normale. Sono stati invitati e l’organizzazione vuole giustamente sapere chi scriverà e di cosa. Solo nel tuo mondo tutto si svolge come in un happening anni ’70.) OK. Allora chiedo l’intervista formale.
Eugene: Hai un biglietto da visita?
L’intervistatore: Ehm… No… Ti scrivo il link della rivista e la mia mail (Estrae dalla borsa un cencio ingrigito e sfilacciato di carta e scrive con il suo incomprensibile stampatello corsivo)
Eugene: (Lo prende un po’ schifata) Bene! Allora ci vediamo domani per l’intervista. Spero di finire il tuo scooby doo.
L’intervistatore: Grazie. Non darti troppa pena per me. (Maleducato! Ma che risposta è? Così sembra che non te ne freghi niente. Possibile che non riesci a dire qualcosa di sensato?!) A domani.

(Continua)




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