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Venezia 2014: film, presenze, assenze (e silenzi)

Nonostante fino ad oggi, a poco più di due settimane dalla presentazione della rassegna, le notizie in merito alla Mostra del Cinema di Venezia 2014 siano davvero risicate e quelle poche trapelate non sono di carattere prettamente programmatiche, cerchiamo di delineare un ventaglio di film, nomi nazionali e internazionali, assenti e presenti, della prossima kermesse lidense

Questo non è un articolo, non è uno speciale o un approfondimento. Non vuole proporre un'analisi, né una critica, né un punto di vista. Qui di seguito è proposto un messaggio di (quasi) disperazione, un razzo di segnalazione lanciato in una fitta notte scura da alcuni naufraghi desiderosi di sapere come sarà la Mostra del Cinema 2014. Sull'isola deserta si trovano giornalisti, critici, blogger, appassionati di cinema, ma anche registi, attori, produttori. Tutti i loro sguardi sono diretti alla nave che riporta sulla carena la scritta Venezia 71 e che vede al timone il direttore Alberto Barbera.
Che direzione sta prendendo questa imbarcazione? Quali rotte cinematografiche vuole percorrere? In quali approdi artistici vuole attraccare? Perché non si dirige verso l'isola a salvare i naufraghi portandogli notizie e anteprime sulla prossima Mostra?
I tempi stringono. La Mostra partirà ufficialmente il prossimo 27 agosto. Il 24 luglio a Roma, come di consueto, Barbera e il Presidente della Biennale Paolo Baratta terranno la conferenza stampa di presentazione. A questa data ufficiale mancano, quindi, circa poco più di quindici giorni. Intanto, però, le notizie confermate sulla prossima Mostra di Venezia sono poche. Eccole:

- il presidente della Giuria Internazionale del Concorso sarà il musicista e compositore francese Alexandre Desplat;

- il presidente della Giuria Internazionale della sezione Orizzonti sarà la regista di Hong Kong Ann Hui che in concomitanza presenterà in anteprima mondiale al Lido il suo ultimo lavoro The Golden Era;

- il presidente della Giuria Internazionale del Premio Venezia Opera Prima 'Luigi De Laurentiis' sarà Alice Rohrwacher, fresca vincitrice del Gran Premio della Giuria all'ultimo Festival di Cannes per il film Le Meraviglie;

- il manifesto ufficiale di Venezia 71 è stato realizzato da Simone Massi che si è ispirato al volto di Antoine Doinel, indimenticabile protagonista de I 400 colpi di François Truffaut;

- One on One di Kim Ki-duk è stato già annunciato nel programma delle Giornate degli Autori;

- i lavori infrastrutturali della nuova Sala Darsena che vi abbiamo efficacemente documentato, dovrebbero essere entrati nella fase conclusiva;

- la bellezza di Luisa Ranieri accompagnerà in veste di madrina l'edizione

Stranamente quello che manca ancora all'appello sono due eventi che suscitano sempre grande interesse: l'annuncio del film di apertura di Venezia 71 e quello del Leone d'oro alla carriera (la cui scelta ricade di solito su un grande regista). Perché tanta attesa?
Questi sono i fatti. Ora ci restano le ipotesi.

Venezia a stelle e strisce. Qualche giorno fa vi abbiamo informato su una indiscrezione lanciata da Hollywood-elsewhere.com in cui Jeffrey Wells ha raccolto un po' di voci che darebbero Gone Girl di David Fincher, interpretato da Ben Affleck, Inherent Vice di Paul Thomas Anderson, Birdman di Alejandro Gonzalez Inarritu e Interstellar di Christopher Nolan in anteprima ai festival di Telluride e New York, in programma tra settembre e ottobre. Se la notizia fosse confermata, la Mostra perderebbe quattro film davvero importanti, considerando soprattutto il legame tra il Lido e alcuni di questi registi. Anderson a Venezia 69 è stato insignito del Leone d'argento alla miglior regia con The Master, oltre ad aver visto assegnata la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile ai due protagonisti del film, Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman. 21 grammi, opera seconda di Alejandro Gonzalez Inarritu, transitò a Venezia e fece conoscere al mondo il regista messicano. Nolan ha un grosso debito con Venezia in quanto il primo lungometraggio Following fu presentato all'edizione del 1998. L'uscita prevista a novembre, inoltre, di Interstellar ha sempre fatto sperare tutti che il film potesse essere selezionato come film di apertura per la sua importanza e lunga attesa.
In attesa di riscontri ufficiali, la batteria USA a Venezia potrebbe essere composta dalla nuova pellicola di J.C. Chandor A Most Violent Year con Alessandro Nivola e Jessica Chastain, dal nuovo lavoro di David Gordon Green, che l'anno scorso ha presentato al Lido Joe per cui Tye Sheridan ha vinto il premio Marcello Mastroianni per il miglior attore emergente, dal titolo Manglehorn con Al Pacino nel ruolo del protagonista detenuto. Big Eyes di Tim Burton potrebbe passare a Venezia, anche se la sua casa di produzione, la Weinstein, ha fissato l'uscita il 25 dicembre prossimo, un po' troppo distante dal festival. Knight of Cups di Terrence Malick con Natalie Portman, Christian Bale e Cate Blanchet dovrebbe essere inserito nel concorso di Venezia 71, ma il buon texano dal volto ignoto è un personaggio sui generis. Se decide che il film è pronto, arriva, altrimenti il pubblico deve aspettare. Un altro film che probabilmente non sarà a Venezia è Queen of the Desert interpretato da Nicole Kidman e diretto dal maestro Werner Herzog, mentre per il biopic su Lance Armstrong dal titolo L'ultima leggenda, diretto da Stephen Frears, molto amato dal pubblico di Venezia, ci sono ottime possibilità.

Europa chiama Barbera.
Fin qui gli States. Nel tuor europeo si parte con la cinematografia francese, molto amata da Barbera. Sono abbastanza certi della loro presenza Benoit Jacquot e François Ozon. Il primo, che vanta già tre partecipazioni al Lido, dovrebbe portare Three Hearts con Charlotte Gainsbourg, Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve. Il film dovrebbe essere nelle sale francesi il 17 settembre, quindi prontissimo per un'anteprima lidense. Ozon, già passato per Venezia con 5x2 nel 2004 e Potiche nel 2010, porterebbe in Concorso The New Girlfriend con Anais Demoustier, Romain Duris, Raphael Personnaz. Uscita prevista al cinema: 5 novembre. L'armata francese, inoltre, dovrebbe schierare anche Mia Hansen-Love, giovanissima moglie di Olivier Assayas, con il nuovo lavoro Eden; Vie sauvage di Cèdric Kahn, figlioccio di Cannes; La rançon de la glorie di Xavier Beauvois, già inserito in Concorso nel 2000 con Selon Matthieu e con The Young Lieutenant nel 2005; infine Retour a Ithaque di Laurent Cantet, vecchia conoscenza di Venezia con i film Verso il Sud (2005) e A tempo pieno (2001).
Allargando l'orizzonte europeo, dovrebbe essere inserito in Concorso anche White Lies di Danis Tanovic, il cui penultimo film, Cirkus Columbia, era presente nel programma delle Giornate degli Autori del 2010. Dovrebbe avere buone chance anche Phoenix del tedesco Christian Petzold sul tema dell'Olocausto. Infine dai confini dell'Europa dovrebbe giungere The Cut del turco Fatih Akin, a distanza di cinque anni dalla vittoria del Gran Premio della Giuria a Venezia con Soul Kitchen. Dall'Inghilterra è atteso Peoples of Israel, documentario di Paul Wiffen la cui presentazione è prevista per l'1 settembre.
Per l'Italia ci sono nomi interessanti. Quasi certo Il giovane favoloso di Mario Martone con Elio Germano nei panni del giovane Giacomo Leopardi, mentre 15-18: l'Italia in guerra di Ermanno Olmi prenderà posto quasi sicuramente nel Fuori Concorso. La pellicola, come già anticipato, dovrebbe raccontare il fronte italiano durante la prima guerra mondiale dopo la disfatta di Caporetto. Altri nomi nostrani in possibile arrivo a Venezia dovrebbero essere il film inchiesta La Trattativa di Sabina Guzzanti sulla relazione Stato-Mafia. L'attrice-regista italiana sceglierebbe Venezia dopo aver portato Draquila a Cannes. A Venezia forse arriverà anche Anime Nere di Francesco Munzi che racconta il desiderio di tre giovani dell'Aspromonte di avere una vita diversa. Medusa, invece, dovrebbe portare al Lido Perez, opera seconda di Edoardo De Angelis, ambientato in una cupa Napoli.

Gli orientali
. Il legame tra le cinematografie asiatiche e la Mostra è sempre stato intenso. A partire da Rashomon di Akira Kurosawa, vincitore del Leone d'oro nel 1951, fino a Pietà di Kim Ki-duk, trionfatore nel 2012, molti registi, famosi e non, hanno sempre visto Venezia come una vetrina importante. Da qualche anno la concorrenza degli altri festival inizia a farsi sentire sempre di più. Lo testimoniano l'Orso d'oro a Berlino 2014 vinto dal cinese Diao Yinan con Black Coal, Thin Ice che, in concorso, ha rivaleggiato con altri due film firmati da connazionali come Blind Massage di Lou Ye e No Man's Land di Ning Hao, senza considerare che Fruit Chan ha scelto la kermesse tedesca per presentare al mondo The Midnight After. Uno dei film asiatici più attesi del 2014, inoltre, è stato presentato in concorso a Cannes 2014, ossia Still the Water di Naomi Kawase.
Ad ogni modo, a Venezia ci sono ottime chance di veder transitare il visionario e furente Tokyo Tribe di Sion Sono, in uscita nelle sale giapponesi il 30 agosto; Gone with the Bullets di Jiang Wen, giurato alla Mostra del 2013 che, in occasione dell'intervista a noi concessa, anticipò le buone possibilità di questo film di essere presentato a Venezia. Altro grande nome per la compagine asiatica dovrebbe essere quello del maestro taiwanese Hou Hsiao-hsien con The Assassin. La pellicola, come lui stesso ha affermato, è stato un parto terribile in quanto si tratta di un film in costume con molte scene di combattimento, il tutto ambientato in un'antica Cina che ha comportato notevoli sforzi artistici e produttivi. Il film doveva essere presentato a Cannes, ma problemi di post-produzione hanno ritardato la presentazione.

L'ipotetico panorama cinematografico di presenze (e assenze) a Venezia 71 sembra delineato. La suspense a cui Barbera tiene tutti appigliati può rivelare sorprese clamorose come delusioni importanti. Tutto è possibile, rimane però l'interrogativo che attanaglia tutti. Perché tanto mistero intorno alla nuova Mostra? Cosa nasconde questo gioco di attese del direttore e della Biennale? Si spera sempre in meglio, ma allo stesso tempo si ha anche paura di farsi male quando si cade.

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