Far East Film Festival 2013: si parte!
- Scritto da Massimo Volpe
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Prima serale all'insegna della Corea al 15esimo Far East Film Festival.
Il preambolo pomeridiano ha privato a Touch of Zen, capolavoro di King Hu, il palcoscenico che meritava, pur facendo parte di una piccola retrospettiva, ma tant'è. Si parte con l'omaggio a Kim Dong-ho, decano regista e direttore del Festival di Busan insignito col Gelso d'Oro alla carriera, di cui è stato presentato il gustoso corto Jury, divertissment ironico e garbato sul mondo dei festival cinematografici e sulle giurie che decidono i premi.
Il festival vero e proprio parte con The Berlin File del coreano Ryoo Seung-wan, spy story classicissima sparata a ritmo folle con alcuni momenti notevoli, ma che nel complesso si offre più come una summa del genere in tutti i suoi anche minimi aspetti (trucchi da spie, impermeabili col bavero alzato e siringoni contenenti droghe spaventose e mortali); Berlino ritorna ad essere per due ore il crocevia di spie che non sono più quelle della guerra fredda, ma nordocoreane, americane, sudcoreane e, ovviamente, israeliane. Quello che rimane è un film spettacolare, ma abbastanza freddo e vuoto.La serata termina con It's Me, It's Me, lavoro di Satoshi Miki, film tra i più inconcludenti visti negli ultimi anni: chiacchiere, moltiplicazione di persone, fino alla nausea, storia tutta uguale a se stessa di cui si stenta a trovare il senso, anche se lo si tenta di calare in una realtà nipponica spesso sfuggente. Surrealismo vuoto o vuoto pneumatico di idee? La domanda ce la portiamo in albergo e, nonostante la bella camminata, l'idea che prevale è quella del film inutile.
Speriamo domani le cose siano migliori.
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