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Roma 2017: perché la Festa è (stata) un fallimento

A due settimane dalla conclusione della Festa del Cinema 2017, ripercorriamo in sei punti il triste declino silente della rassegna romana

Per l’analisi finale della 12esima edizione della Festa del Cinema di Roma, abbiamo scelto di non affidarci alle solite valutazioni sul meglio e il peggio (sarebbe d’altronde impresa alquanto ardua, se pensiamo al livello cinematografico visto quest'anno), bensì ad un giochino dialettico basato sulla dimostrazione della imprecisione delle innumerevoli affermazioni tutt’altro che oggettive che abbiamo raccolto qui e lì nell’incontro per il bilancio finale della manifestazione: ne abbiamo selezionato solo sei, anche questo lavoro arduo, vista la messe di notizie sparate senza alcun riscontro valido.
Una sola piccola riflessione preventiva. A qualcuno sembrerà il nostro un atteggiamento al limite dell’acrimonioso, ma la vera domanda da porsi è: avete mai ascoltato una voce non dico severa ma almeno moderatamente critica riguardo alla gestione mondiana della Festa e a come si è svolta negli ultimi tre anni? O siamo visionari noi oppure il conformismo di comodo delle ben note congreghe ha condizionato tutti.

1. "Il gioco di squadra è stato determinante, l’organizzazione funziona come una macchina ben oliata. Siamo una grande famiglia” (Piera Detassis)

Signora Presidente, che voi siate una grande famiglia non abbiamo alcun dubbio, cosa meglio del nucleo famigliare disegna l’unione di intenti e di interessi? Peccato però che lei rappresenta una rassegna cinematografica che con la famiglia, e i suoi interessi, non dovrebbe avere nulla a che vedere.
Ecco perché, e non è difficile dimostrarlo, la sua affermazione riguardo alla organizzazione è profondamente errata:
a) proiezioni spostate senza alcun preavviso;
b) proiezioni stampa incastonate nelle tre ore della mattina, spesso con intervalli di pochissimi minuti o pericolosi accavallamenti; dalle 13 in poi però sale deserte per la sacrosanta ‘pausa pranzo’.
c) sale che per ore, soprattutto nel pomeriggio rimangono inutilizzate, compresa la struttura effimera Google.
d) programma giornaliero inviato via mail un giorno sì e due no
e) i pochi ospiti trascinati via durante le conferenze stampa o le proiezioni ufficiali con il pubblico, sempre in ossequio alle pause pranzo o ad altre ristrettezze di orario, senza che il pubblico, seppur scarso in alcuni casi, potesse intrattenersi anche per pochi istanti con loro.
Ultima osservazione rispetto alla pregevole organizzazione: non esiste festival al mondo che prevede il premio del pubblico in cui in tempo reale al momento della proclamazione del vincitore non vengano riferiti i dati riguardo la media voto e il numero dei votanti. Ad oggi non sappiamo con quanti votanti e con quale media voto abbia vinto Borg McEnroe. Inutile dire che lo scorso anno lo richiedemmo con insistenza all’ufficio stampa senza ricevere alcuna risposta. Quest’anno useremo di certo meglio il seppur breve tempo che occorre per inviare una mail.
Assicuro che potremmo proseguire all’infinito, ma meglio fermarci qui, mi sembra sia sufficiente.

2. "Cosa spinge una grande star a venire alla nostra Festa? La fiducia, la nostra inconfondibile identità, che passa anche dagli incontri con le persone". (Antonio Monda)

Forse sarebbe meglio dire chiedersi cosa le spinge a non venire visto che i red carpet sono stati pochi e di una tristezza senza eguali in termini di pubblico ai lati del tappeto rosso, ma passiamo oltre.
Qualcuno mi sa definire quale sia l’identità della Festa? Emerge forse dalla selezione dei film una qualche linea ideale che congiunga i lavori, a parte l’americanismo oltranzista che porta a rifiutare in blocco ad esempio tutta la cinematografia dell’estremo oriente (solo due film giapponesi)? Una identità che si basa su una selezione in linea con quanto già proposto in altri festival che hanno preceduto la Festa (Toronto, Londra) escludendo ovviamente i lavori più interessanti o sulle gentili concessioni delle produzioni (Lucky Red sugli scudi quest’anno) ?
La fiducia in cosa? Nel fatto che buona parte dei film usciranno nelle sale nelle settimane immediatamente seguenti?
Francamente se una caratteristica connota in maniera chiarissima la Festa è proprio l’assoluta mancanza di identità.

3. "Dolan non è volato a Roma per presentare la sua ultima opera, ma semplicemente a parlare delle sue passioni. Ed è questo che vogliamo, un dialogo in grado di superare anche l’industria. È una Festa”. (Antonio Monda)

Quindi una Festa senza cinema? Un Talk Show? Un incontro dove si parla di tutto tranne che di cinema. Infatti Dolan ovviamente se deve presentare la sua opera non viene certo a Roma come dimostra la sua seppur breve storia cinematografica. Insomma ospiti che vengono per parlarci delle sue passioni, magari tipo Fiorello che col cinema non c’entrano nulla: comunque la strada è aperta, il prossimo anno ci aspettiamo calciatori, showmen e soubrette, VIP vari che ci raccontano le loro passioni. Il cinema può aspettare.
Dialogo per superare l’industria? Ma se la grandissima parte dei film sono mainstream col bollino stampato in maniera indelebile…

4. "La copertura stampa su carta è aumentata del 6%, il Web del 4% e i media sparsi per il globo del 22%. Incassi +13%.  Sono state utilizzate sette sale all’interno dell’Auditorium e undici in città, con cui c’è sempre una grande sinergia anche grazie ai 57 partner che ci hanno supportato. Sono dati straordinari, che ci fanno guardare con fiducia al futuro". (Antonio Monda)

Tralasciamo per pietoso pudore il dato riportato sull’incremento sui Social. Unico dato certo: sulla conferenza stampa finale del direttore Monda, escluso un web magazine, non c’è traccia su nessun organo di stampa, neppure in quelli generalisti. Visto che si parla del Web, la Festa non è citata neppure su IMDB riguardo ai vari film che sono stati proiettati, compreso il vincitore, per non parlare della copertura globale che evidentemente hanno visto solo loro.
Per spiegare soprattutto la prima affermazione dobbiamo iniziare a vedere le cose sotto l’aspetto trascendentale: o l’area dell’Auditorium consente la smaterializzazione dei corpi oppure, come è probabile, il dato è falsissimo: non abbiamo udito nei dieci giorni di rassegna nessuna altra lingua parlata che non sia l’italiano e soprattutto, il deserto che dominava la sera nell’area della Festa conferma il disinteresse di pubblico e stampa; non a caso, ed in questo hanno avuto un minimo di pudore, si parla di incremento degli incassi e non di presenze.
Sta di fatto che negli ultimi due anni le presenze tangibili alla Festa sono sempre più in calo, alla faccia dei dati sempre in aumento. Un vero mistero!

5. "Il budget della Festa è stato di 3.419.000 euro. Spero che col tempo potrà aumentare. Avrei voluto anche dare vita a una retrospettiva su Xavier Dolan o Kathryn Bigelow, ma mancavano i fondi”. (Antonio Monda)

Qui siamo sul comico spinto, come in una di quelle commedie americane che piacciono tanto a Monda:
a) con un budget anche molto ridotto taluni Festival  riescono a mettere in piedi rassegne interessantissime (vedi Torino).
b) qualcuno si è addirittura lamentato che Roma non possiede i fondi di Berlino, Cannes o Venezia. Infatti, un motivo ci sarà, e poi non eravate quelli che volevate spazzare via il concetto di festival elitario e noioso, quelli con le giurie e il cinema d’autore cervellotico? Quindi perché citare quelle rassegne?
c) per fare le retrospettiva come vengono ideate alla Festa basta recarsi in un noleggio di DVD, quindi a cosa servono quei soldi? Una retrospettiva su Dolan che ha fatto pochissimi film e sulla Bigelow, autrice che viene regolarmente distribuita in Italia? Se proprio dovevate citare qualcuno su cui imbastire una retrospettiva così dispendiosa, almeno tirate in ballo autori dalle filmografie smisurate o meno conosciuti.
d) organizzare una rassegna quale quella cui abbiamo assistito il budget appare fin troppo ampio: non servono le sale dell’Auditorium se poi per oltre la metà del tempo rimangono inutilizzate. Forse un minimo di umiltà e ispirarsi a modelli di rassegne già ampiamente rodati aiuterebbe a razionalizzare le spese.

6. "Mi hanno confermato per i prossimi tre anni e posso dirvi che le cose non cambieranno”. (Antonio Monda)

Non ne avevamo dubbi! L’unica cosa certa di questa Festa è che non cambia nulla! Il carrozzone mediatico delle cricche conniventi ha suonato trombe e tamburi per mesi e mesi, quindi la conferma non è certo una sorpresa. D’altronde le voci critiche non si vedono all’orizzonte, quindi tutto va bene, il Cinema è cosa secondaria, l’importante è mistificare. Tra l’altro abbiamo già il tema della prossima rassegna: la Commedia. Che strano, una cosa nuova.

(Ha collaborato Francesco Siciliano)


Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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