Recensioni film in sala

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniIn salaWarm Bodies

Warm Bodies

Bilancio molto più che positivo per quest'opera 'tragicomica' di Jonathan Levine, bisogna dirlo. Warm Bodies non è Twilight: è molto più che frasi zuccherose e occhi languidi

Warm Bodies è stato annunciato da alcuni (destando non poca preoccupazione) come un 'cugino' di Twilight alla lontana, dove si intercambiava la figura del vampiro con quella meno sexy dello zombie. Poteva sembrare una mossa poco felice far competere gli occhi ambrati e la pelle scintillante del vampiro, con lo sguardo vacuo, le cicatrici e la perdita di fluidi corporei di uno zombie. Fortunatamente, non solo il protagonista Nicholas Hoult è altrettanto sexy (non facendo per nulla rimpiangere il pallido Edward Cullen), ma Warm Bodies deve a Twilight unicamente il connubio amoroso umana-non umano, producendo un risultato completamente diverso.
In questo caso siamo in un futuro non meglio precisato dove, a causa di un probabile contagio nucleare, molti esseri umani sono stati trasformati in morti viventi. Tra questi anche R (Nicholas Hoult), giovanissimo ragazzo che ha in sé ancora qualche barlume di umanità, nonostante l'aspetto decisamente cadaverico e i mugolii da zombie. R è diverso dai non morti irrecuperabili, gli Ossuti (veri e propri mostri-scheletri, ultimo stadio della decomposizione), ma anche lui mangia cervelli per continuare a 'vivere'. Durante un attacco ad un gruppo di sopravvissuti viene letteralmente folgorato da Julie (Teresa Palmer), una ragazza tosta, bellissima ma 'viva'. L'amore per Julie porterà R alla lenta riconquista della vita, a partire da un battito di cuore...
Ciò che salta immediatamente all'occhio durante la visione del film è la vena esilarante con la quale la sceneggiatura irradia la situation e il personaggio di Nicholas Hoult, uno zombie un po' acciaccato ma degno di attenzioni femminili, che ha l'unico desiderio di tornare ad essere umano. Benché non manchino momenti - sopportabilissimi - amorosi e pseudo-struggenti, Warm Bodies risulta essere molto equilibrato, rispettando quelli che sono i canoni del genere 'zombie', la cui arma più funzionale sta nel non prendersi troppo sul serio. Ed effettivamente, seppure questa vena ironica si perda un po' nel finale, il film è pregno di attimi puri di comicità, come la scena della 'conversazione' fra zombie che strappa risate a profusione.

Tutto sommato quindi, pur avendo scelto la sosia in biondo di Kristen Stewart (l'australiana Teresa Palmer), non fatevi ingannare dal subdolo messaggio da cartellone: Warm Bodies è molto più che frasi zuccherose e occhi languidi (anche perché parliamo di zombie: al massimo qui gli occhi cadono dalle orbite, non languono...).

Vai alla scheda del film




Altro in questa categoria: « Zero Dark Thirty Just the Wind »

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.