Recensioni film in sala

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniIn salaUniversal Soldier: Day of Reckoning

Universal Soldier: Day of Reckoning

una scena da Universal Soldier: Day of ReckoningLa saga dedicata a raccontare i turbamenti dei cyborg militari allevati in seno all’esercito USA aggiunge un capitolo che è pietra tombale della giocosità action degli Anni ’80 e ’90 (e dei suoi strascichi recenti) e la affoga nel nero del dramma e di un magma primordiale fatto di sangue e sofferenza, da cui spuntano i volti feroci di tre nuovi (e vecchi) eroi: Adkins-Van Damme-Lundgren

A vent’anni dal progenitore firmato da Roland Emmerich (uno che non si ringrazia mai abbastanza per aver saputo portare un approccio anche giocoso, ma consapevole di essere sempre e solo cinema di intrattenimento prima che discorso 'politico', all’action-movie su grande scala degli Anni ’90), dopo un capitolo cazzone come il secondo e una specie di reboot muscolatissimo in Universal Soldier: Regeneration, ecco che lo stesso regista di quest’ultimo mette in cantiere e poi sforna un quarto capitolo della saga, lo svincola completamente dalle catene del genere e delle aspettative del pubblico di sala, e lo rimpingua aggiungendo ai soliti Jean-Claude Van Damme e Dolph Lundgren, e al confermato Andrei 'Pitbull' Arlowski, il buon Scott Adkins. E nonostante anche il grande trailer che ne ha promosso Day of Reckoning, pieno dei faccioni di Van Damme e Lundgren, stavolta i loro Luc Deveraux e Sergente Scott non sono i protagonisti, ma è il brutto anatroccolo Adkins, quello che ne I mercenari 2 faceva la fine del sorcio in maniera poco probabile, perendo sotto il tirapugni di Jason Statham, che qui si prende tutta la scena, e se la prende di fronte e di spalle, mentre soffre e mentre mena, cavando fuori dal cilindro un’interpretazione che è attoriale ben prima che atletica, e regala al film quel quid di sorpresa in più che (nemmeno uscito da un mesetto per il mercato home video) rischia di farne un instant cult a breve.
E già di suo Universal Soldier: Day of Reckoning è una sorpresa non indifferente: cupo, cattivo, lento, morboso, liberissimo al punto da sembrare uscito da un altro tempo, da un altro cinema, ben diverso da quello cui siamo abituati anche noi appassionati di film in cui azione e violenza non vengono risparmiate, ma sempre con quella patina di standardizzazione e generalismo che ne rendano possibile un minimo riscontro da parte del pubblico di sala. Qui non siamo di fronte all’action Anni ’80 (e ’90 parzialmente), quello dei ragazzi poco cresciuti ma molto macho che quelli che ora vanno per la trentina e qualcosa di più (come chi scrive) si ricordano bene, ma siamo davanti a un qualcosa che osa proporre una via nuova, una via nel solco di visioni cerebrali come il Valhalla Rising di Nicolas Winding Refn e il Plastic City di Yu Lik-wai: un cinema che non teme la rarefazione del ritmo, che sa costruire l’atmosfera su musiche e luci (e zone d’ombra), che innesta sul magma primordiale di una dinamica padre-figlio esplosioni di violenza animalesche e quasi catartiche, che riesce a fondere l’azione grafica e impattante con una componente narrativa drammatica riuscita (anche grazie all’interpretazione di Adkins e alla prova incredibile per intensità, pur se limitata nel minutaggio, di un Van Damme feroce).

Come spesso capita quando si è di fronte a un tentativo di aprire e percorrere una via nuova, fuori dal battuto, rischiosa, non tutto alla fine appare intonatissimo al coro principale dell’idea vergine da cui il film scaturisce, ma sinceramente di fronte alla forza visiva e anche generalmente cinematografica del complesso, le sbavature vanno in terzo piano, e quando allo scoccar del momento dei titoli di coda, rimane il sempiterno ritorno dell’uguale a prendere il campo lasciato da John (il protagonista, si chiama John, proprio come un John Doe qualsiasi), la reazione più spontanea è pensare: che film, ragazzi!
Speriamo che su questa strada si avventuri qualche altro regista, prima o poi. Noi ci si mette la pazienza di aspettare, ché l’attesa, come nel caso di Day of Reckoning, sarebbe sicuramente ben ripagata. E così sia.

Vai alla scheda del film




Altro in questa categoria: « Ernest & Celestine Vita di Pi »

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.