Recensioni film in sala

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniIn salaQualcosa nell'aria

Qualcosa nell'aria

scena tratta da qualcosa nell'ariaTrarre dal passato ,spunti per reagire al presente La cornice ,la casa del cinema di Roma, è quella giusta per presentare l'ultima opera del regista francese Olivier Assayas , “Qualcosa nell'aria” . La sala è gremita,il film ha già vinto il premio per la miglior sceneggiatura,firmata sempre da Assayas, al festival del cinema di Venezia ,la proiezione è appena terminata e si aspetta solo l'entrata in scena del regista e di due membri del giovanissimo cast che hanno preso parte al film. I protagonisti della conferenza prendono posto di fronte alla platea,il regista transalpino siede al centro del tavolo, è tranquillo ,sembra a suo agio,i due attori, la bella Carole Combes e il giovane Hugo Conzelmann ,siedono alla destra di Assayas e non nascondono ,in qualche gesto ,la giovane età e forse l'inesperienza di trovarsi ,per le prime volte, faccia a faccia con il pubblico. Il regista risponde alle domande in un buon italiano. La colonna sonora è una parte importante del film ,quasi inscindibile, è d'accordo? 0.Assayas:” Ho scelto personalmente le canzoni della colonna sonora,le ho individuate tra il sottobosco della musica folk inglese,per rappresentare degnamente quel periodo ,in cui la musica era un grande motore socio-culturale.  Parecchie canzoni sono sconosciute ai più,e sono rappresentative ,un po,' della mia giovinezza. Il tema della disparità tra uomo e donna è evidente in parecchi momenti del film ,cosa ne pensa ? O.A.:”Credo che proprio da quel periodo nacquero quelle che poi furono le battaglie femministe,diciamo che soprattutto nel mondo politico ,la donna aveva gli stessi rischi e la stessa cultura, ma non godeva della stessa importanza ed era sottovalutata o comunque non valorizzata quanto avrebbe dovuto. Carole Combes:” Io non interpretato il ruolo di Laure come un esempio di lotta femminista o di rappresentazione della donna del tempo,ma mi sono concentrata molto sul ruolo in se”. Nel film si afferma che l'arte è solitudine,lei condivide questa affermazione? O.A.:” Diciamo che la pittura o la scrittura sono arti solitarie,il cinema no,è un'arte corale ,in cui tante parti si uniscono e ho scelto il cinema ,nella mia vita, appunto perchè potevo usarlo come un modo per indagare l'esterno e un modo per esplorare il mondo senza chiudermi in me stesso”. Come mai la spinta propulsiva della politica e della società di quel tempo ,oggi si è persa ,lasciando spazio all'apatia? O.A.:”Negli anni settanta il militanza politica non era un fenomeno marginale ,ma rappresentava la maggioranza della società,i movimenti giovanili erano all'ordine del giorno e questo era anche una conseguenza storica,in quanto l'Europa era al centro della cronaca politica mondiale ,ancora in piena guerra fredda. Vai alla scheda del film  
Altro in questa categoria: « Looper Frankenweenie »

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.