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scena-dal-film-lawlessGangster, contrabbando, destini maledetti e leggende tramandate. Nel nuovo film di John Hillcoat questo e molto altro. C’è tutto quello che serve per concludere che si tratta di un gran film

L’ultimo lavoro di John Hillcoat, il regista di The Road, è basato sul libro di Matt Bondurant, La contea più fradicia del mondo, e parla dell’omonima famiglia di cui l’autore è originario.
Contea di Franklin, Virginia. Gli anni sono quelli del Proibizionismo. La vendita di alcolici è roba da criminali. I tre fratelli Bondurant, Howard (Jason Clarke), Forrest (Tom Hardy) e Jack (Shia LaBeouf), su cui aleggia il mito dell’invincibilità, hanno fondato un marchio di fabbrica. È loro un whisky che brucia lungo la gola e, per questo, è il più richiesto nella contea, fino ad attraversarne i confini grazie all’appoggio di Floyd Benner (Gary Oldman), il grande gangster, idolo di Jack. Insieme ai tre si unirà anche Maggie (Jessica Chastain) che, pian piano, conquisterà la fiducia dei ‘Bondu. Bros.’.
L’equilibrio tra i contrabbandieri e gli uomini di legge sembra consolidato fino all’arrivo del vice sceriffo Charlie Rakes (Guy Pearce). Un uomo di Chicago, estraneo alle dinamiche di quelli che lui chiama ‘i bifolchi’. Spietato, corrotto e intenzionato a mettere fine all’egemonia dei Bondurant, non darà tregua ai tre fratelli. 
Non è la violenza che distingue un uomo, è fin dove è disposto ad arrivare”, sentenzia così Forrest. E non sarà certo uno sbirro impomatato a fermare la leggenda di Franklin.
John Hillcoat e la sua crew, con questo gangster-movie epico sono destinati ad essere ricordati per molto, molto tempo. 
La scelta del cast è ineccepibile. Sembra siano arrivati gli interpreti prima della storia.
Tom Hardy dà conferma del suo talento. Quanto è bravo a bofonchiare, mugugnare risposte essenziali, senza neanche articolare sillabe. Con gli occhi aperti quanto basta per dispensare sguardi eloquenti, è il leader dei tre contrabbandieri. Le spalle spioventi e la camminata traballante compongono una figura riuscitissima, che restituisce tutta l’intensità di un passato sofferto in un presente da criminale etilico.
Shia LaBeouf recita un ruolo assolutamente credibile, sempre teso tra un’indole docile e il desiderio di autoaffermazione tra i fratelli molto più ganzi di lui. Interessato più alle cuffiette della devota Bertha (Mia Wasikowska) che ai grilletti delle pistole arrugginite.
Jason Clarke ha un ruolo fondamentale e ben calibrato rispetto agli altri personaggi. Sopravvissuto alla carneficina della Grande Guerra, con l’eredità della violenza e dell’abuso d’alcol come ricorrente diversivo.
Guy Pearce è imprescindibile nell’irritazione che suscita. Un cattivo perfettamente interpretato. Dai movimenti, alle battute, alle fissazioni di un personaggio che ricorda molto certe caratterizzazioni naziste, senza cedere allo scimmiottamento. Credibile e mai eccessivo. 
Un’armonia perfetta anche nell’‘intromissione’ della parte femminile tra le vite dei bruti contrabbandieri. Jessica Chastain e Mia Wasikowska creano dei risvolti importanti nella storia, senza la necessità di essere categorizzate o di personificare la cause di eventi nefasti, come spesso avviene. 
 
John Hillcoat dà dimostrazione di un grande talento in questo ultimo film, con una regia autorevole ed originale, forte dell’eredità del passato, ma capace di non cedere in facili scopiazzature. Applausi.  
 
 
 
 

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