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Godzilla - Recensione

Il re dei mostri si riaffaccia sul grande schermo con un film pensato per soddisfare i palati di chi si aspetta creature giganti che se le danno di santa ragione

Il nuovo film dedicato a Godzilla è uno dei tanti reboot di saghe cinematografiche che stiamo avendo negli ultimi anni. Tra alti e bassi, oramai quasi tutte le saghe storiche del cinema stanno ricevendo dei reboot che mirano ad attualizzarle o semplicemente a fare cassa al botteghino.
Non tenendo conto dello sfortunato remake della saga del 1998, Godzilla va ad introdurre una storia originale che ci pone in mezzo agli eserciti che cercano di difendersi dallo scontro tra i mostri, per l’appunto Godzilla e i Muti, che dopo essersi risvegliati da un lungo sonno si ritrovano a lottare seminando una buona dose di distruzione.
Il film vuole farci vivere il punto di vista degli umani che si ritrovano, loro malgrado, invischiati nello scontro tra titani mentre cercano con i tutti i mezzi di difendersi, purtroppo non riuscendo spesso nei loro intenti. Vediamo Joseph Brody, interpretato da Bryan Cranston che, a seguito della morte di sua moglie in un incidente causato da qualcosa di sconosciuto nella centrale nucleare giapponese in cui lavoravano, cerca risposte sull'accaduto, arrivando ad essere considerato pazzo anche da suo figlio, interpretato da Aaron Taylor-Johnson, che negli anni successivi all’incidente si è rifatto una vita negli Stati Uniti, tagliando i ponti con il padre.
La prima parte del film viaggia su ritmi elevati, grazie a Cranston che dà una prova recitativa superlativa, e a scene di forte impatto emotivo che difficilmente lasceranno lo spettatore indifferente. Johnson dal canto suo non se la cava male, ma purtroppo messo a confronto con Cranston, anche se appare sullo schermo decisamente di più di quest’ultimo, non riesce a spiccare.
Parlando dei mostri, molti fan erano rimasti interdetti dalle fattezze assunte da Godzilla nel film del 1998, che più che ispirarsi ai film originali giapponesi prendeva a piene mani da Jurassic Park, franchise che in quel periodo vedeva il suo massimo splendore. In questo film invece torniamo a vedere un Godzilla più simile all’originale, imponente, distruttivo, che incute timore ma non per questo totalmente dedito alla distruzione. I mostri contro cui si scontra, i Muti, sono frutto di scelte di design decisamente interessanti, e risultano a modo loro originali.
La distruzione che colpisce gli ambienti è realizzata in modo eccellente, con effetti visivi gestiti egregiamente, realistici, come anche le scene degli scontri tra i mostri. Purtroppo però, una delle cose che faranno sicuramente storcere il naso a chi si aspetta un film basato solo ed esclusivamente su combattimenti tra mostri giganti, è la durata dei suddetti scontri, relegati ad una parte minimale del film, anche se bisogna dirlo, nella loro brevità, lasciano comunque il segno, offrendo un intrattenimento degno di nota.
Le azioni degli umani si basano sempre sul solito esercito americano, oramai onnipresente in ogni film con minacce non umane. Continue scelte sbagliate e autodistruttive possono risultare ripetitive e fastidiose dopo un po’, finendo così per minare quella che è la struttura della seconda parte di film, salvata principalmente dalle creature che distruggono tutto durante le loro battaglie.

Concludendo, questo nuovo Godzilla è decisamente un buon reboot: ci riporta molto vicino alla tradizione dei film giapponesi, prendendo le distanze dalla sfortunata parentesi rappresentata dal film del 1998. Chi si aspetta solo creature giganti che se le danno di santa ragione potrebbe trovare molta più adatta la visione del recente Pacific Rim, ma i fan di Godzilla insieme a chi vuole divertirsi guardando un kaiju eiga (i film sui mostri), nonostante i limiti del film, resteranno decisamente soddisfatti.

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