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Divergent - Recensione

Tratta dal best seller di Veronica Roth, un'avventura ambientata in un mondo futuristico, dove le persone sono divise in distinte fazioni. Divergent sulla scia di Hunger Games. Con risultati modesti ma soddisfacenti

Una delle cose certe è che ultimamente il genere dei film con mondi dispotici, società totalmente cambiate dopo un’indefinita guerra e divisa in vari gruppi, sta avendo parecchio successo. Con l’esempio di Hunger Games possiamo vedere quanto abbia avuto (e soprattutto portato) successo a attori che vi hanno partecipato. Ora è la volta di Divergent, tratto da una serie di libri di Veronica Roth, ambientati in una società divisa in fazioni ognuna diversa dall’altra.
Il ruolo di Beatrice, o Tris come verrà chiamata in seguito, è assegnato a Shailene Woodley, attrice più vista nell’ambito televisivo che in quello cinematografico. Tris, facente parte degli Abneganti, una fazione totalmente devota all’altruismo, si trova a scegliere in che gruppo continuare a vivere nella cerimonia che tutti i ragazzi di sedici anni si trovano ad affrontare. La ragazza dovrà decidere se continuare a stare nella sua famiglia o andare in un’altra fazione, ciascuna caratterizzata da un valore diverso che rispecchia la personalità dei suoi membri. A seguito di alcuni test però scopre di essere una Divergente: la sua mente infatti non fa parte solo di una fazione come tutti gli altri, ma appartiene a tre diverse fazioni.
La storia può risultare originale: le influenze di Hunger Games si sentono, ma non sono troppo profonde come potrebbe sembrare a prima vista. Le scenografie sono ben costruite: evidente il distacco delle fazioni nell’ambiente cittadino reso principalmente dagli edifici diversi a seconda dei gruppi che li abita. Anche i costumi rappresentano un segno distintivo delle fazioni, e fanno decisamente una buona impressione. Per quanto riguarda l’aspetto più sci-fi del film come le armi, si poteva fare qualcosa in più: ad esempio le armi appaiono troppo fittizie in un’ambientazione abbastanza realistica come quella di questo film. Le simulazioni mentali invece sono realizzate con cura, rendono bene l’effetto di qualcosa di non reale con tagli veloci e buoni effetti speciali.
In questo genere di film il cast riveste una certa importanza. Sotto questo aspetto, la protagonista, Shailene Woodley, è il vero punto di forza della pellicola. La giovane ragazza sa infatti dare corpo e sostanza al suo personaggio, offrendo un'ottima prova, facendo così sperare bene per i suoi prossimi film. A interpretare il fratello di Tris c’è Ansel Elgort - che tra l’altro rivedremo al fianco dell’attrice nel film Colpa delle stelle. I due hanno una buona alchimia, tanto che le scene in cui Tris è con il fratello sono le più riuscite ed emozionanti. Nel ruolo di Quattro, istruttore di Tris di cui lei è innamorata, c’è poi Theo James. L’attore fornisce una performance di buon livello, ma nulla di eccezionale, o quantomeno non quanto la Woodley. Il resto del cast se la cava bene, senza brillare troppo ma rimanendo comunque su standard dignitosi.

Nel complesso la regia di Neil Burger ha fatto un lavoro soddisfacente nell'adattare il libro per il grande schermo. Certo, Divergent risente molto del peso di altre pellicole come Hunger Games e difficilmente riuscirà a superarne il successo, ma è un film che centra l'obiettivo di creare un intrattenimento coinvolgente che lascia molta curiosità su come verranno sviluppati i prossimi capitoli della saga. Un buon blockbuster che merita di essere visto, anche se senza troppe pretese.

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