Gigolò per caso - Recensione
- Scritto da Giulio Morselli
- Pubblicato in Film in sala
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Fioravante è un fioraio sui cinquant'anni, non bello ma fascinoso. Murray è un anziano libraio. I due sono amici per la pelle e, versando entrambi in condizioni economiche precarie, decidono di cambiare mestiere: Fioravante farà il gigolò e Murray sarà il suo manager.
Queste sono le coordinate su cui si sviluppa il nuovo film del John Turturro regista, Gigolò per caso, e la cosa non può che farci piacere. Sì, perché il buon John ci sa davvero fare anche dietro la macchina da presa e ci regala una commedia agrodolce davvero ben strutturata ed interpretata. Dal punto di vista stilistico infatti, per quanto l'influenza dei grandi cineasti con cui Turturro ha lavorato come attore si senta e si veda, ci troviamo di fronte ad un film assolutamente personale e virtuoso, in cui i rapidi e leggeri movimenti di macchina e la splendida fotografia calda di Marco Pontecorvo contribuiscono a dare corpo ed emotività alla storia. Una storia di persone sole, tristi e un po' amareggiate; persone a cui la vita ha magari dato molto ma ha poi tolto altrettanto, costringendole ad una continua ricerca di qualcosa di diverso. La bellezza di questo film sta proprio in questo, nel riuscire a far ridere della sventura, della cattiva sorte e della propria infelicità, trattando temi importanti come l'amore, l'amicizia e la morte con massimo rispetto e delicatezza. Ottimo poi il lavoro di tutto il cast, semplicemente perfetto nel dare corpo e voce a queste persone sole che accompagnano il nostro Turturro/Fioravante nella sua personale ricerca della felicità.
Un piccolo grande film quello del regista americano, dunque, che per cuore, interpretazione e la delicatezza e raffinatezza della scrittura si candida già come una delle migliori commedie dell'anno.