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Spring Breakers - Una vacanza da sballo (Venezia 69 - In concorso)

Il visionario regista Harmony Korine porta in concorso alla Mostra del Cinema 2012 la follia dello Spring Break. Droga, eccessi, alcool, sesso e frasi sconnesse definiscono nel modo più adeguato un'intera generazione

E' arrivato il tempo dello Spring Break, festa che si svolge a inizio primavera, legata al mondo giovanile e caratterizzata da eccessi di alcol, sesso e droga. Quattro ragazze adolescenti, belle e cattive, vogliono assolutamente partecipare allo Spring Break e sono disposte a tutto. Appena recuperati i soldi, illegalmente ovviamente, si imbarcano alla volta di Miami. Qui trovano feste, droga, alcool, musica, divertimento. Tutto si interrompe per un arresto in bikini con annessa cauzione da pagare. Di questo si occuperà Alien, un gangster locale che accoglie sotto la sua protezione le quattro fanciulle. Da questo momento per loro inizierà un altro Spring Break un po' diverso...
Spring Breakers - Una vacanza da sballo è un film delirante. Per lo spettatore è un'esperienza cinematografica irreale. Ovviamente il merito è di Harmony Korine che propone l'eccesso, il paradossale. I colori di Miami sono brillanti, luccicano di una luce artificiale, ritoccata; le sue strade sono piene di musica hip-hop a volume altissimo e solcate da macchine gigantesche e costosissime. Ci sono le persone; gli spring breakers, innanzitutto, sono pazzi, invasati e inebriati da litri di alcool e droga sniffata sui corpi nudi delle ragazze. Poi c'è Alien, James Franco, e le ragazze, Selena Gomez, Vanessa Hudgens, Ashley Benson, Rachel Korine. Le loro menti partoriscono azioni, parole, gesti, pensieri senza senso, senza logica, dettati da uno stile verbale e di comportamento street-gangsta che impera per strada e sui media. Non riescono a esprimere pensieri lineari, perché il loro istinto li spinge a inframezzarli con espressioni colorite, gesti inconsulti e una mimica ridondante e molto espressiva.
Spezzato è anche l'impianto visivo. La narrazione è scossa e sconvolta da suoni e rumori di pistole cariche, flash di colori intensi e da immagini che anticipano lo sviluppo della vicenda.
Tutto questo è utile a Korine per ricreare il modo di vita e di pensiero di una generazione. I giovani americani di 18-20 anni, secondo la visione del regista, appaiono incoscienti spericolati, cresciuti con le immagini dei media che propongono una vita al massimo, piena di ebrezza. Il loro linguaggio non esiste, è solo un lungo elenco di marchi, modelli da osservare, appartenenti a un mondo di plastica. Sono ragazzi 'poco persone', ma 'molto personaggi', spericolati e freddamente incoscienti, che non hanno paura della morte, perché questa per loro rappresenta l'avventura più inebriante. E' questa ricerca dell'emozione più grande che spezza la loro vita per condurli dalla normalità all'estasi e poi immediatamente all'abisso della fragilità più profonda a cui si arrendono con estrema superficialità e semplicità.

In questo risiede la forza maggiore del film. Ritrae una generazione utilizzando lo stesso linguaggio, modo di pensare, gli stessi valori e 'successi'. Per questo Spring Breakers è, innanzitutto, un'esperienza.

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Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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