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Killer Joe (Venezia 68 - In concorso)

  La locandina originale di Killer JoeUno spacciatore sventurato assolda un killer per risolvere i problemi economici che lo assillano: scorrerà sangue. Dopo cinque anni di lontananza dal grande schermo, William Friedkin torna dietro la macchina da presa con una 'tragedia della stupidità' che esplora le mostruosità di cui è capace l'animo umano


Chris, un giovane spacciatore sventurato, è nei guai fino al collo: ha un debito di seimila dollari con un narcotrafficante, ma non ha i soldi necessari per estinguerlo né conosce qualcuno che possa prestargli un po' di denaro. Se non riuscirà a saldare i conti in sospeso entro pochi giorni, verrà ucciso. Per salvarsi la pelle, decide di escogitare un piano: ossia uccidere la madre per poi incassare i soldi della sua polizza assicurativa sulla vita da cinquantamila dollari, una cifra più che sufficiente a ripianare il debito. Il diabolico stratagemma viene pianificato nei minimi dettagli con l'aiuto dei suoi familiari, il padre Ansel, un meccanico allettato dall'idea di un guadagno facile, e la sorella Dottie, unica beneficiaria della polizza assicurativa. Il compito di eseguire l'omicidio è affidato ad un sicario professionista, Joe, uno sceriffo metodico ed apparentemente posato che, dietro lauto compenso, si presta anche come killer prezzolato. C'è un problema, però: Chris non può permettersi di pagarlo in anticipo per i suoi servizi. Come richiesto da Joe, il ragazzo accetta di offrirgli le grazie della sorella come pegno per farsi prorogare il pagamento in attesa di riscuotere i soldi dell'assicurazione. Una brutta sorpresa rovina però i piani di Chris e dei suoi complici.

Una immagine del filmAdattamento cinematografico dell'omonima opera teatrale di Tracy Letts, Killer Joe segna il ritorno alla regia di William Friedkin dopo una pausa dal grande schermo durata cinque anni (ovvero dall'uscita di Bug nel 2006). È un film un po' diverso da quelli a cui il grande regista americano ci ha abituato: inferiore ai capisaldi della sua cinematografia come Il braccio violento della legge, Cruising e Vivere e morire a Las Vegas, superiore ai fiacchi L'albero del mare e Jade, è un thriller venato di humour nero, quasi classico nel suo procedere grazie a personaggi fortemente caratterizzati ma al tempo stesso carico con molta misura di tocchi, veridici ed estremi, di bizzarrie che descrivono un mondo normalissimamente spietato.
Sia chiaro che Killer Joe, presentato in concorso alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia, non è un'opera minore di Friedkin, tutt'altro: ha il grande pregio di rappresentare la ferocia senza indossarne la maschera. Se in passato il regista si limitava a prendere atto dell'irruzione della violenza nella vita di tutti i giorni, ora ci dice che quella violenza non viene dall'esterno, bensì è la conseguenza quasi inevitabile di un mondo in cui il miraggio dei soldi cancella ogni altra forma di valore. Emerge così a poco a poco il disegno angosciante di una famiglia in cui tutti sono colpevoli. Fino ad un finale agghiacciante.
Pur senza venir meno al suo talento figurativo, Friedkin mette a freno il suo virtuosismo nel raccontare una sorta di 'tragedia della stupidità' (vedi il protagonista Chris, colui che dà l'avvio alla vicenda, una via di mezzo tra lo sciocco e lo sprovveduto), preferendo piuttosto scolpirla nell'insieme con la feroce imperturbabilità dei noir nichilisti. Dopo circa mezzo secolo di carriera cinematografica alle spalle, il settantaseienne regista ritrova quindi buona parte della forma di un tempo. Lo aiuta un cast di ottimi interpreti, tra cui Emile Hirsch, Matthew McConaughey e Thomas Haden Church.

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