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Stanno tutti bene

La locandinaRobert De Niro è un padre anziano che viaggia in treno attraverso gli Stati Uniti per andare a trovare tutti i suoi quattro figli. Una commedia familiare tra nostalgia e ricordi, con Drew Barrymore, Kate Beckinsale e Sam Rockwell
Frank è un uomo anziano, vedovo da pochi mesi che vive in un angolo d’America tranquillo e isolato dal caos cittadino. Ha lavorato per un’intera vita come operaio in una fabbrica di cavi, lasciando alle cure di sua moglie i loro quattro figli, che con il tempo si sono trasferiti in altre città. Ora che è rimasto solo, capisce che i suoi figli hanno tenuto i contatti solo con la madre e non con lui. Un giorno decide di riunire la famiglia, ma tutti i suoi ospiti presentano delle scuse per non partecipare all’appuntamento. Nonostante il divieto del medico, decide quindi di fare una sorpresa a tutti loro: prepara la valigia e inizia il suo viaggio in treno attraverso gli States per far visita ai suoi cari. La prima tappa è New York dove vive David, suo figlio artista che però non è in città, poi va a Chicago da Amy, una pubblicitaria affermata, passando per Denver da suo figlio Robert, un musicista, e infine a Las Vegas da Rosie, una ballerina con qualche segreto di troppo. Alla fine del suo viaggio scoprirà una triste verità, ma forse avrà conquistato l’affetto dei suoi amati figli.

Al suo terzo lungometraggio, Kirk Jones dirige il remake omonimo del film del 1990 di Giuseppe Tornatore. Una sceneggiatura che rimane fedele al film italiano, in cui Marcello Mastroianni andava alla ricerca dei propri figli dal sud al nord d’Italia. Nel cast, nel ruolo del padre, Robert De Niro e in quello dei figli Drew Barrymore, Kate Beckinsale e Sam Rockwell.
De Niro e Drew BarrymoreLa pellicola parte dalla presa di coscienza di un padre che capisce di non conoscere abbastanza i figli che ha generato. In un’America in cui il lavoro è priorità su tutto il resto, anche sui rapporti umani, il protagonista si rende conto di aver passato tutta la sua vita a lavorare a discapito del suo ruolo di genitore e dei suoi ragazzi che, diventando grandi, non hanno mai instaurato un rapporto di sincero trasporto nei suoi confronti. Un uomo che scopre quindi l’incomunicabilità e la distanza affettiva con i suoi cari, nonostante la sua vita perfetta: la pensione in una villetta a schiera, con il giardino curato, il barbecue per gli ospiti e la piscina per i più piccoli. Un sogno americano che si infrange quando dalla superficie del benessere materiale sbuca fuori il senso di spaesamento per la perdita della moglie e la lontananza dei figli: le vere cose importanti. Un dramma familiare sincero, dove il dolore privato di un padre si trasforma in un’ammissione di colpa per arrivare alla redenzione.
Una pellicola commovente, scritta bene nonostante qualche forzatura sul sentimentalismo, che diventa di riflesso non solo una considerazione sulla società americana, ma soprattutto un racconto privato sui meccanismi umani e sul delicato rapporto tra padre e figli. Una commedia che convince e che si stempera nel finale, lasciando spazio alla speranza e alla voglia di riappropriarsi della propria condizione di essere umano.

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