Recensioni film ai festival, in home video, streaming e download

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniFuori salaRed White & Blue - Recensione

Red White & Blue - Recensione

C’è una ragazza che fa sesso con tutti una botta e via. C’è un musicista con la madre che sta morendo di cancro. C’è un misterioso vicino della ragazza che le si affeziona e lentamente viene ricambiato. Dentro queste polveri inerti s’innesca una notte di sesso (tra la ragazza e il musicista). L’esplosione porterà dolore su dolore, sangue e violenza

Poveri film da festival, li si riconosce subito. Tutti ne abbiamo in mente un'idea stereotipata, ma non è facile definirne dettagli, confini e costanti. Forse la grana della pellicola? O quelle facce di periferia sulle quali quei furbetti avvizziti dei fratelli Dardenne hanno campato per decadi? Magari le inquadrature serrate e ravvicinate? Il ritmo dilatato? Le parole forbite? I silenzi? Le citazioni?
La pellicola di Simon Rumley assorbe, rumina e ridispone tutto in un amalgama nuovo, interessante e tagliente. Un dramma di miseria e povertà riempito di scarti umani ed emarginati reietti che mordono la vita lungo i bordi per rimanere a galla. Ma non solo, c'è la meraviglia del contraltare: la geometria ermetica ed artistica della prima parte gettata in pasto all'estremo dolore vendicativo e la furia omicida della seconda. Di contorno viene servita la tortura fatta con amore ed il sesso che genera morte. Difficile classificarlo, Red White & Blue è un dramma psicologico e misterioso che serve un thriller e vira all'orrore.
Parla di un uomo violento che s'innamora di una donna malata. Una a cui piace rischiare e perdersi nel più funereo gesto d'amore. Un atto definitivo che non può che portare all'odio ed alla morte. Da qui in poi la vendetta eccessiva, cieca ed asettica.
Il film è nettamente diviso nelle tre parti di cui sopra, con calo d'interesse nel passaggio tra la prima e la seconda. Ma, se l'impronta iniziale lo fa sembrare grottesco, è proprio la seconda che gli dà profondità e fa capire quanto gli argomenti trattati siano ingredienti ricchi di un impasto vivo ed originale. Nella terza parte, più semplice - anche se non meno profonda - si dà sfogo alla perversione, è distillato puro di una violenza capace di disturbare profondamente. Il tutto funziona tra gli anelli di un'atmosfera polverosa ove tenerezza, disperazione e follia convivono. Gli episodici slanci vitali contribuiscono solo a sottolineare, di contrasto, l'odore di morte che emanano i personaggi (in questo la madre malata di cancro è efficacissima).

Nessuna concessione o indulgenza alle stupidaggini del genere. Nessuna azione illogica o ingiustificata. A volte spacciato come horror, in realtà è un film drammatico che sfocia nel sangue ma che ha le sue radici nel dolore. Nel dolore di un male perpetrato su un innocente. Della vendetta dell’innocente su altri innocenti. Del male causato da altro dolore e della vendetta scientifica di un uomo cui viene fatta a pezzi una tenerezza insperata. Peccato per l'uso insistente delle musiche, a volte sovrapposto alla battuta e al rumore di scena, perché distrae e rende difficile la fusione mentale con lo schermo. Unico neo di un grande film, il più compiuto della carriera di Rumley ad oggi. Bravi interpreti e bravo il regista. Consigliato!

P.S.: Questo film ci insegna che: "occhio per occhio" è figo solo quando si è dalla parte di quelli coi fucili.

Vai alla scheda del film




Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.